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500 anni al servizio del papa

Le guardie svizzere sono al servizio del papa sin dal 1506 Keystone

Sono iniziate sabato a Lucerna le manifestazioni in onore del 500esimo anniversario dall'istituzione della Guardia svizzera pontificia.

Il consigliere federale Cristoph Blocher, ospite d’onore alla festa, ha sottolineato che “l’esercito più piccolo del mondo” è un esempio per la Svizzera di oggi.

La festa si è svolta sul lungolago di Lucerna, con una cornice di musicisti e di colpi di cannone.

Tra gli altri ospiti convenuti pure l’abate di Einsiedeln Martin Werlen e il capo dell’esercito Christophe Keckeis. Nel corso della celebrazione è stata inaugurata anche una lastra commemorativa.

Fedeltà “svizzera”

Nel suo discorso Blocher ha affermato che la longevità di questa istituzione svizzera in Vaticano è la prova migliore della qualità del servizio fornito.

Un servizio – ha continuato il consigliere federale – che impone a chi lo esegue di mettere i propri interessi e le proprie sensibilità da parte in favore di qualcuno o qualcosa d’altro.

Figlio di un pastore protestante, il ministro di giustizia e polizia ha poi sottolineato che l’occasione è motivo di giubilo anche per i non cattolici: da una parte perché i valori fondamentali sono gli stessi, dall’altra per il sussistere di una volontà di impegnarsi per valori nobili.

Proprio il servizio e la fedeltà delle guardie svizzere sono state citate da Blocher quale esempio per la Svizzera di oggi. La fedeltà – ha dichiarato il ministro – è uno dei pilastri su cui si sostiene la Confederazione.

Blocher ha ricordato il Sacco di Roma del 1527, quando 147 guardie perirono per salvare il papa.

Un volume commemorativo

Per festeggiare la ricorrenza, la “Neue Zürcher Zeitung” ha pubblicato un volume a colori che documenta la storia delle guardie svizzere dalle origini ai giorni nostri, passando anche per il fatto di sangue del 1998 quando un soldato elvetico sparò al proprio comandante Alois Estermann e alla moglie prima di suicidarsi.

Il libro è stato curato dallo storico zurighese Robert Walpen. La prefazione all’opera è invece di papa Benedetto XVI, che ringrazia le guardie “per la loro fedeltà che dura nei secoli”.

È sempre una gioia – scrive il pontefice – vedere il comportamento attento e affidabile di questi giovani elvetici.

Nel libro trova spazio anche un breve commento del presidente della Confederazione Samuel Schmid, secondo cui le guardie svizzere “rappresentano un legame vivo tra la vecchia e la nuova storia militare elvetica”.

Tra le altre manifestazioni in programma per il cinquecentenario spicca la marcia da Bellinzona a Roma che 80 ex guardie intraprenderanno dal 7 aprile dell’anno prossimo sulle orme dei 150 volontari che nel 1506 risposero all’appello lanciato da Giulio II della Rovere.

La marcia dovrebbe concludersi il 4 maggio.

swissinfo e agenzie

La Guardia svizzera pontificia è stata fondata il 22 gennaio del 1506 quando 150 volontari risposero all’appello lanciato da Giulio II della Rovere.
Il battesimo del fuoco avvenne il occasione del Sacco di Roma del 1527, quando 147 guardie morirono per salvare il papa.
Oggi sono 110 le guardie svizzere in Vaticano.

Tra le manifestazioni organizzate per il giubileo, delle ex guardie svizzere ripercorreranno le tracce del primo contingente partito per Roma.

Dal 7 aprile al 4 maggio, 80 ex guardie marceranno lungo i 700 chilometri che separano Bellinzona dallo Stato pontificio.

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