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A Zurigo, Verdi liberali e UDC lottano per un seggio al Senato.

Chantal Galladé esce di scena dalla lotta per il secondo seggio zurighese alla Camera alta Keystone

Colpo di scena nella lotta per il secondo seggio del cantone di Zurigo in seno al Consiglio degli Stati: la candidata socialista Chantal Galladé ha ritirato la propria candidatura, dopo che Verena Diener – dei Verdi liberali – ha annunciato la sua partecipazione al secondo turno.

Il 25 novembre vi sarà quindi un incerto duello con il presidente dimissionario dell’Unione democratica di centro Ueli Maurer.

Sorpresa nell’ambito nella lotta al seggio zurighese ancora in palio per il Consiglio degli Stati (Camera alta del parlamento): la socialista Chantal Galladé ha infatti annunciato venerdì il ritiro della propria candidatura, dopo aver invece dichiarato mercoledì che si sarebbe ripresentata. Galladé getta la spugna di fronte alla concorrente Verde liberale Verena Diener, che venerdì mattina ha annunciato di volersi presentare al secondo turno, previsto il 25 novembre.

La socialista ha spiegato di aver maturato da sola questa decisione e di averla comunicata sempre venerdì al suo partito: «Era necessario operare una scelta ragionevole; non ha senso dar vita a lotte politiche per il potere».

Il partito socialista (PS) ha espresso delusione, ma ha detto di rispettare la scelta della propria esponente. In seguito al ritiro di Galladé, il PS invita i suoi elettori a votare per Verena Diener, al fine di evitare l’entrata al Consiglio degli Stati del presidente dimissionario dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice) Ueli Maurer.

In un comunicato diffuso nei giorni scorsi, i Verdi liberali avevano affermato di essere in grado di raccogliere più voti della candidata socialista e di potere contare sul sostegno dei Verdi, del Partito liberale radicale (PLR) ma anche di rappresentanti del PS, degli Evangelici e del Partito popolare democratico (PPD). Il partito di Verena Diener aveva inoltre criticato la «mancanza di disponibilità al compromesso» dei socialisti.

Ticino: ancora un’incognita

Oltre a quello zurighese, rimangono da assegnare altri otto seggi. Nel canton Ticino il secondo turno è in programma il 18 novembre.

La rielezione del liberale radicale Dick Marty sembra assicurata, mentre si prospetta una battaglia serrata tra l’altro uscente Filippo Lombardi (PPD) e l’ex consigliere nazionale socialista Franco Cavalli, divisi al primo turno da soli 445 voti. Tutti e tre saranno certamente presenti al secondo turno. Lombardi potrà contare sui voti dell’UDC, il cui candidato al primo turno Pierre Rusconi ha rinunciato a ripresentarsi.

Vaud, Neuchâtel e San Gallo

Nel canton Vaud i Verdi e i socialisti optano per una soluzione alla quale avevano invece preferito rinunciare al primo turno: presentare una lista comune. La socialista Géraldine Savary e l’ecologista Luc Recordon affronteranno così il prossimo 11 novembre il duo borghese formato da Charles Favre (PLR) e Guy Parmelin (UDC).

A Neuchâtel si preannuncia un ballottaggio favorevole alla destra: i socialisti perderanno verosimilmente uno dei due seggi occupati a Berna. Il PS neocastellano però non intende rassegnarsi alla perdita di uno dei mandati e ha deciso di ripresentare i due senatori uscenti – Gisèle Ory e Pierre Bonhôte – al secondo turno. Al ballottaggio, previsto l’11 novembre, i due socialisti affronteranno il liberale radicale Didier Burkhalter. Domenica, Ory è giunta prima davanti a Burkhalter e a Bonhôte.

A San Gallo infine, tre candidati dei partiti borghesi si contenderanno i seggi in Senato: Toni Brunner (UDC), Eugen David (PPD) e Erika Forster (PLR). Dal canto suo, la presidente socialista Kathrin Hilber ha deciso di rinunciare.

swissinfo e agenzie

In sei cantoni è necessario un secondo turno elettorale per completare l’elezione in seno al Consiglio degli Stati.

11 novembre: Neuchâtel e Vaud (2 seggi ciascuno)
18 novembre: Ticino (2 seggi)
25 novembre: Zurigo (1 seggio), San Gallo (2 seggi).

Nel quadro dell’elezione al Consiglio degli Stati, vige il sistema elettorale maggioritario. Al primo turno, per essere eletti è necessario ottenere la maggioranza assoluta dei voti. Al secondo turno, invece, risulta eletto chi ottiene il maggior numero di preferenze.

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