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Richiedenti l’asilo, Berna bacchetta i cantoni che ritardano i rinvii

Le richieste di asilo in Svizzera sono in calo. Nei primi sei mesi dell'anno sono state 7'820, il 14,3% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017, secondo i dati della Segreteria di Stato della migrazione che ha anche indicato quali cantoni intende punire per il mancato rispetto dei tempi di rinvio dei richiedenti la cui domanda è stata respinta.

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Nel secondo trimestre 2018 sono state presentate in Svizzera 3’769 domande d’asilo, il 14% circa in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. Una diminuzione della stessa entità si era già registrata nei primi tre mesi. Nella prima metà dell’anno, le richieste sono state 7’820, con un calo del 14,3% rispetto al primo semestre 2017.

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Nonostante questo, l’evolversi della situazione nelle regioni in conflitto e sulle rotte migratorie resta incerta, scrive in una nota diramata venerdì la Segreteria di Stato della migrazione (Sem).

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Edifici del centro di per rifugiati dello stabilimento vodese d’accoglienza per i migranti (Evam) Keystone

A gennaio la Sem prevedeva circa 20’000 richieste per il 2018, ossia una cifra più o meno ai livelli del 2017 (18’088) dopo il forte afflusso del 2016 (27’207 richieste) e quello record del 2015 (39’523). 

La Confederazione ha inoltre aumentato la pressione sui Cantoni inadempienti in ambito di rinvii.

Per la prima volta la Sem ha indicato venerdì a quali Cantoni saranno abolite le sovvenzioni (che ammontano a circa 20’000 franchi all’anno per richiedente) in caso non effettuino in tempo l’espulsione di richiedenti asilo senza giustificazione nell’ambito degli accordi di Dublino. 

Le statistiche attuali indicano 167 casi di questo tipo, 143 dei quali riguardano tre cantoni della Svizzera occidentale. In testa c’è Vaud con 93 casi, seguono Neuchâtel (29), Ginevra (21) e Vallese. (11).  Ticino e Grigioni sono molto più ligi in questo senso, con rispettivamente 2 e 0 casi. Non è ancora chiaro se  i tagli alle sovvenzioni saranno effettuati per questi 167 casi.  

Meno arrivi in Italia

Attualmente il numero di profughi e migranti che attraversano il Mediterraneo centrale verso l’Italia è tuttavia molto ridotto, anche a causa delle misure restrittive prese da Roma e dall’Unione europea. Nel secondo trimestre 2018, 10’300 migranti sono sbarcati in Italia, contro i 59’500 del secondo trimestre 2017 e per la maggior parte di loro la Svizzera non è un paese di destinazione, scrive la Sem. 

Inoltre l’accordo tra Ue e Turchia in vigore dalla primavera 2016 ha ridotto notevolmente i flussi provenienti dal Medio Oriente.

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Soprattutto eritrei

L’Eritrea rimane di gran lunga al primo posto tra i paesi di provenienza dei candidati all’asilo in Svizzera. Da gennaio a giugno le richieste di eritrei sono state in tutto 1’597, ossia il 20,4% del totale, con una diminuzione dell’8,3% rispetto ai primi sei mesi del 2017. Seguono i siriani (644 domande, 8,2%), in calo tuttavia di quasi il 37%, gli afghani (550; 7%; -12%) e i georgiani (540; 6,9%, +120,4%).

In giugno, la Sem ha liquidato in prima istanza 2’270 domande d’asilo, di cui 419 con una decisione di non entrata nel merito (in 379 casi in virtù dell’Accordo di Dublino), 589 con la concessione dell’asilo e 766 con l’ammissione provvisoria. Il numero di casi in giacenza in prima istanza è diminuito di 875 unità rispetto al mese di maggio attestandosi a 15’737.

Il mese scorso 573 persone hanno lasciato la Svizzera sotto il controllo delle autorità o sono state rimpatriate. Berna ha chiesto ad altri Stati Dublino la presa in carico di 551 richiedenti; 176 persone sono state trasferite nello Stato Dublino competente. Dal canto suo, la Confederazione ha ricevuto 585 domande di presa in carico Dublino e 127 persone sono state trasferite in Svizzera.

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