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Afghanistan: 71% britannici per ritiro entro un anno

(Keystone-ATS) LONDRA – Il 71% dei britannici vorrebbe un graduale e completo rientro delle truppe dall’Afghanistan entro un anno. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto dal domenicale Independent on Sunday, alla vigilia della pubblicazione di un rapporto Oxfam – ONG che si batte contro la povertà e l’ingiustizia – sui costi umani del conflitto. Da tale documento risulta che sono soprattutto le donne e i bambini afghani a pagare il prezzo della guerra.
Secondo il rilevamento d’opinione del domenicale, solo il 22% dei britannici appoggerebbe il proseguimento della missione. I risultati del sondaggio confermano quelli del rilevamento della Bbc della settimana scorsa, secondo il quale il 63% dei britannici sarebbe favorevole al ritiro.
Quasi la metà degli interpellati del sondaggio pubblicato oggi non è inoltre d’accordo con il governo, secondo il quale la permanenza delle truppe in Afghanistan servirebbe a contrastare il terrorismo anche in patria: il 47% è infatti convinto che la guerra aumenti in realtà il rischio di attentati sul suolo nazionale.
Quanto al rapporto Oxfam sui costi umani del conflitto, esso è stato compilato intervistando oltre 700 afghani in 14 province del Paese. Sebbene l’organizzazione non appoggi espressamente il ritiro delle truppe, i risultati dello studio ammontano ad una sostanziale condanna della missione.
Secondo diverse stime, sarebbero tra 12.000 e 32.000 i civili afghani morti per cause legate direttamente o indirettamente alla guerra e 235.000 le persone che hanno perso la casa. A più di otto anni dall’inizio del conflitto l’Afghanistan è ancora al quarto posto nella classifica dei Paesi dove l’analfabetismo è più diffuso e quasi la metà dei bambini tra i sette e gli 11 anni non va a scuola.
“Le famiglie vendono le loro figlie perché gli altri famigliari non muoiano di fame”, ha detto a Oxfam un altro afghano nella provincia di Balkh. “L’analfabetismo, i matrimoni forzati e la violenza domestica sono il prezzo che le donne devono pagare per la guerra”, ha detto un altro.
Interpellato dal domenicale, Douglas Alexander, ministro per lo Sviluppo internazionale, ha tuttavia affermato che è necessario che le truppe rnestio in Afghanistan per evitare che il Paese diventi un covo per al Qaida dal quale gli estremisti possano esportare il terrorismo nei Paesi occidentali.

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