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Agricoltura biologica sotto esame

Un campo utilizzato per colture agricole bio. www.fibl.ch

Concluso a Frick, nel Canton Argovia, uno studio che mette a confronto agricoltura biologica e coltivazioni con fertilizzanti e pesticidi.

Negli ultimi anni è cresciuto il successo e l’apprezzamento pubblico dell’agricoltura biologica,una tecnica di coltivazione che bandisce l’uso di pesticidi e fertilizzanti di sintesi.

Frutta e verdura organiche sono in vendita nei reparti specializzati di tutti i supermercati e sono molto richieste, nonostante il prezzo più elevato rispetto ai prodotti convenzionali. È solo una moda o l’agricoltura biologica offre dei vantaggi concreti dal punto di vista ambientale ed economico?

Uno studio prolungato nel tempo

A questa domanda ha risposto Paul Mader, biologo dell’Istituto di Ricerca sull’Agricoltura biologica di Frick, che ha pubblicato sulla rivista Science i risultati di un esperimento durato ventun anni. Mader e i suoi colleghi hanno coltivato patate, orzo, frumento, barbabietole e trifoglio con tecniche di agricoltura biologica e con tecniche convenzionali.

Le caratteristiche iniziali del suolo e le condizioni climatiche erano le stesse in tutti i campi.

“La lunga durata dell’esperimento”, commenta lo scienziato, “ha permesso di confrontare numerosi raccolti e di elaborare una statistica attendibile.” In media, i campi coltivati con tecniche biologiche hanno fornito raccolti più scarsi del 20%.

Meno produttiva ma più efficiente

Rispetto alle piante provenienti da coltivazioni di tipo convenzionale, le piante cresciute senza fertilizzanti chimici e parassiti si sono dimostrate tuttavia in grado di sfruttare con maggiore efficienza le sostanze nutritive presenti nel terreno.

Alcuni anni dopo l’inizio dell’esperimento, il terreno dei campi lavorati con tecniche biologiche ospitava un ricco ecosistema di batteri che contribuivano alla rapida putrefazione del materiale vegetale morto, liberando carbonio, azoto, fosforo e altre sostanze nutrienti.

Il terreno trattato con fertilizzanti e pesticidi era più ricco di minerali, forniti attraverso i concimi chimici, ma più povero di batteri. Nelle coltivazioni biologiche abbondavano i funghi micorrizici, organismi che vivono in simbiosi con le radici delle piante e le aiutano ad assorbire i minerali dal suolo, che invece scarseggiavano nelle colture convenzionali.

Infine, i campi coltivati con tecniche biologiche ospitavano diverse specie di insetti che si nutrono dei parassiti delle piante e vermi che contribuiscono a fertilizzare il suolo. In conclusione, l’agricoltura biologica è meno produttiva di quella convenzionale, ma meno stressante per il terreno e più efficiente, perché consuma in media il 53% in meno delle sostanze nutritive presenti nel suolo.

Maria Cristina Valsecchi

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