Prospettive svizzere in 10 lingue

Al Festival di Locarno, omaggio alla signora del cinema svizzero

Anne Marie Blanc, l'ormai mitica "Gilberte de Courgenay" Keystone

Locarno presenta un omaggio all'attrice svizzera Anne Marie Blanc. Il programma riserva alla "grande dame" una mini-retrospettiva: due film significativi della cinematografia elvetica degli anni Quaranta, in cui l'attrice è protagonista, e un documentario della romanda Anne Cuneo, prodotto dalla SSR SRG idée suisse. L'82enne attrice è stata accolta con calore dal pubblico locarnese.

Soprattutto nella Svizzera tedesca il mito della cameriera romanda di Courgenay, “la petite Gilberte”, che intrattiene i soldati al confine con la Francia è ancora vivo. E a Locarno si è visto. Al passaggio della signora, agile ed elegante malgrado l’età, si levavano spontaneamente gli applausi, nonostante siano passati 60 anni dall’interpretazione che la rese famosa.

Anne Marie Blanc è un caso particolare nel panorama dello spettacolo elvetico. Partita come attrice di teatro, ha avuto accesso alle prime produzioni cinematografiche elvetiche di successo negli anni prima della Seconda Guerra mondiale.

La sua bellezza e la sua innegabile forza espressiva l’hanno aiutata. Il lavoro, negli anni del regime nazionalsocialista tedesco, le ha poi permesso di avvicinarsi ai migliori artisti del tempo che avevano trovato rifugio in Svizzera.

Le doti e l’avvenenza le hanno addirittura procurato un contratto a Hollywood; la Blanc preferì rimanere vicina ai figli e fedele al cinema, ma soprattutto al teatro del vecchio continente.

La sua grande passione non si è ancora spenta e, come ammette sfoggiando senza remore i segni che gli anni le hanno lasciato sul viso, ha perso con il tempo l’immagine di candida bellezza alpina, per assumere i più svariati ruoli sulle scene dello zurighese Schauspielhaus e poi d’Europa.

Il tributo

Locarno le offre ora un omaggio, un riconoscimento che vuole anche permettere la riscoperta di un genere ormai confinato nel cassetto dei cimeli, con la scritta opaca “Heimatfilm”, ma che ha qualità filmiche e attoriali che spesso si dimenticano.

Il loro compito, molte volte provocantemente patriottico, ne offusca il ricordo, ma figure congeniali come la Blanc riaffermano una forza emotiva da riscoprire.

Il documentario, proposto lunedì a Locarno, sottolinea ancora una volta il ruolo di coesione nazionale che si attribuisce a Anne Marie Blac. L’attrice, di origine romanda, ma cresciuta sia culturalmente che artisticamente in ambito tedesco, ha interpretato inizialmente ruoli di successo in film che proponevano una visione idealizzante della convivenza fra le culture elvetiche. Ma non solo.

Da quelle prime esperienze filmiche, fra cui tutta una serie di trasposizioni da letteratura elvetica, la piccola “Gilberte” ne ha fatta di strada. Lei ha incarnato il mito della “difesa spirituale” del paese, ma lo fa ancora adesso, in senso nuovo, come ha testimoniato l’accoglienza riservatale a Locarno.

La sua modesta caparbietà di voler fare le cose bene e in modo costantemente nuovo, la sua modernità che le ha permesso di conciliare famiglia e carriera, il suo carattere dolce e risoluto al contempo, la difendono da ogni attacco.

L’autrice del ritratto, intitolato “Petite Gilberte, Anne Marie Blanc, attrice”, la pubblicista svizzero-francese Anne Cuneo, ha saputo raccontare la vita con linearità e rispetto verso il personaggio. Alla testimonianza dell’attrice si intrecciano immagini di film, interpretazioni e fotografie ricordo, creando una specie di album accessibile a tutti.

Certo il documentario, nato per la televisione, non cerca polemiche, cosa per altro difficile verso un personaggio che ha ancora un carisma inossidabile. Ma forse una migliore contestualizzazione, e soprattutto una maggiore attenzione all’aspetto estetico avrebbero giovato all’impresa.

L’omaggio SSR SRG idée suisse

La proiezione è servita anche alla televisione pubblica, produttrice del documentario, per mettersi in mostra al Festival. Nei discorsi seguiti alla prima, il direttore generale Walpen ha infatti sottolineato l’importanza del contributo della SSR SRG ideée suisse nella promozione cinematografica elvetica, di cui è il più importante referente.

E anche il presidente del Festival Marco Solari ha tenuto a ribadire la necessità di sinergia e di sostegno da parte dell’ente pubblico, come delle istituzioni svizzere per il cinema elvetico. Questo, sempre secondo Solari, sia per la coesione nazionale, sia per la qualità del prodotto e per la sua diffusione.

Vestita di bianco, Anne Marie Blanc ha assunto, durante i discorsi, quasi il ruolo di madrina del rinnovato patto fra piccolo e grande schermo. Lei può permetterselo, non è cornice di nessuno, non ne ha bisogno.

Daniele Papacella, Locarno

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR