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Al via il Tour de Romandie

Tra i corridori svizzeri, Alex Zuelle viene dato in eccellenti condizioni di forma Keystone Archive

Tutti in sella in Svizzera pedalando in prospettiva del Giro d'Italia. Il 56° Tour de Romandie parte martedì da Ginevra con alcune novità...anche cromatiche.

Nello scenario idilliaco del Museo Olimpico di Losanna, Marc Biver (IMG), per la prima volta gran patron della corsa, ha tolto i veli all’edizione 2002 del Tour de Romandie.

Cinque tappe e un prologo selettivo

Un percorso che si annuncia particolarmente selettivo, già nella prima tappa nel Giura (con 1.690 metri di dislivello), poi con il finale in salita a Charmey nella seconda e infine nella “tappa regina”, la penultima, che porterà a Leysin passando anche per i passi delle Planches e di Villars-sur-Ollon. Dulcis in fundo, la cronometro che riprende l’impervio tracciato dell’ “À travers Lausanne”.

Tutto è pronto e martedì 30 ci sarà il via dalla città vecchia di Ginevra (prologo che si annuncia molto tecnico). Conclusione il 5 maggio a Losanna.

Montgomery e Zberg alla caccia di Belli e Frigo?

Poche possibilità per il velocista Mario Cipollini, primatista di successi al Romandia (12). La lotta dovrebbe restringersi ai due italiani Belli e Frigo e all’australiano Evans, con Montgomery e Zberg in agguato.

Annunciata ma improbabile la presenza di Camenzind, Biver spera di “ripescare” in extremis Jan Ullrich. La pattuglia ticinese guidata dal “veterano” Mauro Gianetti si adopererà per aiutare i rispettivi leader, con Patrick Calcagni e Pietro Zucconi a lavorare per Frigo e Rubens Bertogliati per Tonkov.

La nuova “era” Firmata Marc Biver

“Non è stato facile raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati – precisa Biver – Abbiamo incontrato più difficoltà di quanto credessimo. A complicare il tutto ovviamente ci si è messa anche la crisi economica che attanaglia un po’ tutti i settori. Ma abbiamo lavorato a fondo ed ora possiamo partire per questa nuova avventura con basi solide anche in proiezione (2,2 milioni di franchi il budget per l’edizione 2002). Ad esempio la Banque Cantonale Vaudoise (BCV) ha firmato un contratto di sostegno sull’arco di tre anni. Un progetto nel quale crediamo”.

Tutti i giorni in TV

Il Romandie, anche se meno frequentato da campioni, visti gli spostamenti nel calendario di Coppa del Mondo (Amstel Gold Race domenica, Giro di Francoforte il 1 maggio!), sarà seguito anche in televisione.

“C’è tuttavia delusione – dice ancora Marc Biver. Tutto bene con TSR (partenariato di 4 anni), DRS e TSI, ma sono venute a mancare altre emittenti che erano in preventivo. A livello internazionale, al momento abbiamo la copertura sicura solo su Eurosport e sulla catena belga di espressione fiamminga VRT. Guardo comunque al futuro con ottimismo”.

Senza dimenticare che il TdR, grazie alla sua natura e sistemazione nel calendario, ha da sempre i numeri giusti per essere corsa di grande richiamo.

Dal verde al giallo “universale”

Fra le novità ce n’è una che riguarda il colore della maglia di leader. Abbandonato il classico e mitico verde si è passati al giallo. “Nessuna rivoluzione, ma un passo importante verso l’armonizzazione del ciclismo, dove il giallo tiene banco (a parte il rosa del Giro) ed è importante anche per il pubblico che segue” ha detto ancora Biver.

E Biver, che ha messo assieme 43 contratti di sponsoring per garantire il budget di 2,2 milioni di franchi, non ha certo lanciato fiori ai suoi predecessori.

“L’eredità lasciataci da loro?” ha concluso Biver. “Inesistente. A parte naturalmente i collaboratori che hanno deciso di proseguire l’avventura con noi”. Come ad esempio Jean Volley, che ha disegnato il percorso di questa edizione assieme ad Armin Meier.

Tutti in sella, si parte.

Filippo Frizzi

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