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Alleanza consumatori vuole lottare contro sovramedicalizzazione

(Keystone-ATS) L’Alleanza delle organizzazioni dei consumatori vuole lottare contro la sovramedicalizzazione, sia a livello di trattamenti prescritti che di esami diagnostici effettuati. Nel 2014 lancerà pertanto una campagna di informazione per sensibilizzare i pazienti e i professionisti del settore sanitario.

Si tratta di non esporre inutilmente i pazienti ai vari rischi che comporta un atto medico, ha indicato l’Alleanza presentando oggi a Berna il suo bilancio 2013 e le prospettive per l’anno prossimo.

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Secondo le organizzazioni dei consumatori, v’è sovramedicalizzazione quando i trattamenti (cure, medicinali e ospedalizzazioni) sono prescritti in quantità eccessiva o senza che siano necessari. Anche a livello di diagnosi, vi sono visite, analisi e radiografie superflue. Sussistono inoltre rischi di sovraconsumo nel caso di automedicazione poco efficace e suggerimenti trovati in internet.

L’obiettivo della campagna è di fornire consigli pratici ai pazienti-consumatori per orientare la loro scelta. L’Alleanza vuole anche elaborare raccomandazioni per i fornitori di prestazioni, ossia i diversi attori del settore sanitario.

Le organizzazioni dei consumatori vogliono pure impegnarsi nell’ambito dell’alimentazione. In particolare, affinché la provenienza dei prodotti e delle materie prime sia chiaramente indicata, l’Alleanza sottopone una serie di proposte legislative.

L’Alleanza delle organizzazioni dei consumatori – che da cinque anni riunisce l’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI), la Fédération romande des consommateurs (FRC) e la Stiftung für Konsumentenschutz (SKS) – ne ha approfittato per stilare un bilancio sulle sue iniziative durante il 2013. In particolare, si è detta soddisfatta della valutazione del voto dei parlamentari sulle questioni relative al consumo.

I 61 deputati firmatari della Charta dei consumatori durante le elezioni federali del 2011 hanno sostanzialmente mantenuto le loro promesse: l’81% dei loro voti vanno nell’interesse dei consumatori. Prendendo in considerazione i voti dell’insieme dei consiglieri nazionali, la percentuale scende però al 50%.

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