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Alptransit: la battaglia per il cantiere del secolo

Il Ticino vuole fermamente la galleria del Ceneri; nella foto alptransit il cunicolo di prospezione. none

La nuova trasversale ferroviaria Nord-Sud è minacciata dai tagli annunciati dalla Confederazione.

In Ticino serpeggiano già delusione e rabbia.

I tagli previsti dalla Confederazione per la costruzione della nuova trasversale ferroviairia alpina (NTFA) preoccupano non poco il canton Ticino e il Comitato di coordinamento di Alptransit. In un incontro con la stampa, venerdì a Bellinzona, hanno lanciato un grido d’allarme. Berna non deve risparmiare su un progetto così vitale, dicono.

Misure di risparmio

“Siamo preoccupati, delusi e arrabbiati” dice senza mezzi termini il presidente del Comitato di coordinamento Alptransit, l’ex-consigliere nazionale radicale Adriano Cavadini. Insieme ad Edo Bobbià, presidente della Società svizzera impresari costruttori (SSIA) che aveva fondato il comitato nel ’93 e a Marco Borradori, direttore del dipartimento ticinese del territorio, fa il punto della situazione in seguito agli sviluppi di questi ultimi giorni.

“Abbiamo paura che le misure di risparmio chieste dalla Confederazione a tutti i suoi dipartimenti ritardino o addirittura mettano in forse la costruzione della NTFA”, spiega Cavadini. “I soldi destinati a quest’opera provengono dal fondo alimentato con i proventi della tassa sul traffico pesante. La Confederazione vuole dirottarne parte nelle sue casse, è completamente illogico!”.

“Bisogna agire in fretta”

Il Comitato di coordinamento Alptransit, costituito per seguire e sorvegliare il buon andamento dei lavori della trasversale alpina, è molto deluso dalla piega presa dagli avvenimenti: “L’incontro che abbiamo avuto la settimana scorsa con Peter Testoni, vice-direttore dell’Ufficio federale dei trasporti non ci ha rassicurati” dicono Adriano Cavadini e Edo Bobbià.

“E le conclusioni del convegno internazionale sui trasporti che si è svolto sabato scorso a Lugano sono tutt’altro che rosee e ci inducono ad agire rapidamente.”

Al convegno organizzato a Lugano dall’Istituto delle Grandi Infrastrutture (I.G.I) di Roma e che ha radunato esperti svizzeri ed italiani in materia di trasporto attraverso l’Europa, si è infatti puntato il dito sulle esitazioni della Confederazione per quanto concerne la costruzione della galleria di base del Monte Ceneri, tappa essenziale del prolungamento della NTFA verso sud.

“Questa palese mancanza di volontà da parte di Berna sul tracciato della traversale a sud di Bellinzona e questa poca determinazione a collaborare con le autorità italiane per il proseguimento a sud di Chiasso ci fanno rabbia” protestano Cavadini e Bobbià all’unisono.

La galleria del Monte Ceneri

Marco Borradori, direttore del dipartimento del territorio non usa nemmeno lui mezzi termini : « La costruzione della galleria di base del Monte Ceneri non è un capriccio ticinese ma è una tappa indispensabile della realizzazione di Alptransit”. “E’ ovvio” aggiunge, “che se i tagli finanziari dovessero essere accettati dal Parlamento – la discussione in merito dovrebbe avvenire entro giugno insieme all’esame della richiesta di credito per il Monte Ceneri – saremmo praticamente impotenti. Dobbiamo quindi agire adesso e convincere i politici delle contraddizioni di quest’operazione di risparmio. »

Ci vogliono due miliardi di franchi per aprire le due corsie ferroviarie sotto il Monte Ceneri. Il Ticino farà di tutto per ottenerli.

Nei prossimi giorni, ha detto Borradori, il cantone e il Comitato di coordinamento Alptransit scriveranno al Consiglio federale. Chiederanno al governo di rinunciare ai tagli previsti, di rispettare i tempi di realizzazione – apertura delle gallerie di base del Gottardo e del Ceneri entro 2014 – e di assicurare la continuità della NTFA a sud di Lugano e verso l’Italia

«Semmai la NTFA non dovesse essere costruita come previsto, il Ticino sarebbe estremamente penalizzato” sottolinea il presidente del Comitato di coordinamento.

L’ex-consigliere nazionale conclude con una battuta: “Sono trascorsi 26 anni dal momento in cui il progetto è stato sottoposto al parlamento. Sono tanti, troppi. Basti pensare, ironizza, che il tunnel sotto la Manica è stato aperto dieci anni dopo essere stato accettato. Un paragone poco lusinghiero”.

swissinfo, Gemma d’Urso, Bellinzona

I risparmi che la Confederazione dovrà realizzare minacciano la costruzione della galleria del Monte Ceneri, che costituisce un naturale prolungamento verso sud delle nuova linee ferroviarie.

Il Ticino intende far sentire la propria voce a Berna e battersi per il Ceneri e per il rispetto delle scadenze previste per l’apertura della galleria di base del Gottardo.

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