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Amianto, 45 morti alla Eternit

Deceduti per mesotelioma, durante gli anni 60 e 70 avevano lavorato negli stabilimenti svizzeri. Intanto Eternit tace sulla richiesta di assistenza giudiziaria italiana.

La notizia è stata confermata martedì dai dirigenti della Eternit, che ha sede a Niederurnen, nel canton Glarona. L’impresa aveva cominciato ad eliminare l’amianto dai suoi prodotti nel 1976, allorché si ebbero informazioni fondate sui pericoli legati a tale sostanza. Diciotto anni più tardi, nel 1994, non c’era più amianto in nessun prodotto della Eternit .

Furono sempre adottate le misure del caso

“Abbiamo sempre preso tutte le misure necessarie per proteggere i nostri impiegati, secondo le conoscenze scientifiche del momento” ha dichiarato alla stampa Fredi Wittenwiler, direttore delle vendite e del personale della Eternit a Niederurnen. «Dal 1976, siamo sempre stati sorvegliati dalla SUVA (l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni). I nostri dipendenti erano informati di eventuali pericoli legati a certe sostanze».

Concretamente, ogni posto di lavoro era dotato di un sistema di aspirazione. Per di più, gli operai indossavano tute ermetiche e maschere, mentre erano stati messi in funzione anche purificatori d’aria. “Negli anni 80”, ha precisato Wittenwiler, “sono state prese anche misure supplementari per diminuire la presenza di polvere d’amianto”.

Indennizzi della SUVA

“Anche se abbiamo fatto il massimo, dobbiamo vivere con la certezza che 45 persone che hanno lavorato presso Eternit sono morte di mesotelioma”, ha dichiarata il direttore di Eternit, Anders Holte.

Le patologie legate all’amianto sono considerate malattie professionali e i costi che ne derivano sono essenzialmente a carico della SUVA. “E le prestazioni versate dalla SUVA dovrebbero escludere ogni altra domanda di indennizzo”, ha concluso il direttore del personale.

Respinta la richiesta italiana d’assistenza giudiziaria

Nessuna presa di posizione invece sulla richiesta di assistenza giudiziaria avanzata dalla Procura di Torino. Gli inquirenti torinesi avevano chiesto di poter consultare la documentazione, che potrebbe contribuire a chiarire certi casi di decesso per cancro registrati in Italia.

Stando al periodico sindacale «work», che aveva rivelato per primo il caso, almeno dodici lavoratori della Eternit sarebbero morti per mesotelioma, una forma pericolosa di tumore causata dall’inalazione di polvere d’amianto. Tutti avevano lavorato nella fabbrica di Niederurnen negli anni 1960 e 1970, in qualità di stagionali.

I magistrati italiani avevano inoltrato richiesta di assistenza giudiziaria, ma i loro colleghi glaronesi hanno respinto la domanda per vizi di forma, secondo il giudice istruttore Markus Denzler, benché l’Ufficio federale di polizia avesse considerato «ricevibile» la richiesta.

swissinfo e agenzie

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