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Anche altri ex dirigenti di SAir avevano il contratto fino al 2005

Tutti i membri della direzione di SAirGroup, secondo le rivelazioni della SonntagsZeitung, si sono cautelati con contratti validi fino al 2005 Keystone Archive

Nuove rivelazioni sulle retribuzioni dei top manager di SAirGroup: stando alla «SonntagsZeitung» non solo l'ex presidente del consiglio d'amministrazione Eric Honegger, bensì anche i membri della direzione operativa del gruppo -Philippe Bruggisser in primis - si erano assicurati contratti di lavoro fino al 2005, cautelandosi a livello personale dalle conseguenze di una strategia aziendale rivelatasi fallimentare.

Nessuna conferma né smentita da parte di SAir: il portavoce Jean- Claude Donzel ha rimandato tutto all’assemblea generale degli azionisti di mercoledì, che proprio sulla questione degli stipendi, delle buone uscite e dei bonus si annuncia infuocata.

La «SonntagsZeitung» sostiene che i contratti di lungo periodo dell’allora presidente della direzione generale di SAir Philippe Bruggisser e degli altri direttori siano una conseguenza della riunione del CdA del 5 luglio 2000. In quella data, per la prima volta furono chieste informazioni più precise sulla situazione finanziaria del gruppo: a farlo era stato Lukas Mühlemann (tra l’altro anche presidente della direzione di Credit Suisse), che si era espresso anche criticamente sulla strategia di partecipazioni a compagnie straniere.

Secondo il domenicale zurighese lo scontro con Mühlemann spinse Bruggisser a coprirsi le spalle, assicurando a sé ed agli altri altri membri della direzione di SAirGroup contratti dalla durata di cinque anni. A firmare gli accordi da parte del gruppo, tre consiglieri d’amministrazione: Gaudenz Staehelin, Thomas Schmidheiny ed Eric Honegger.

Il tutto sta venendo alla luce proprio perché Honegger chiede ora pure la sua parte. Sotto pressione dopo rivelazioni giornalistiche, venerdì aveva ammesso attraverso un comunicato di voler essere risarcito in base al suo contratto, che dura anch’esso fino al 2005 e che – stando alla stampa – venne firmato nel dicembre scorso, in un momento in cui il disastro era evidente. Sempre secondo i giornali, la somma in gioco sarebbe di cinque milioni di franchi, una cifra smentita dall’interessato, che però non ha fornito un dato alternativo.

swissinfo e agenzie

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