Prospettive svizzere in 10 lingue

Anche la Svizzera trae profitto dal G8

Il presidente svizzero Couchepin tra l'americano Bush e l'europeo Prodi Keystone

Martedì, al termine del vertice del G8 a Evian, sono state lanciate parecchi iniziative tra lo scetticismo generale.

Dal canto suo, la Svizzera si è fatta sentire attraverso il multilateralismo, ha confidato a swissinfo il vice-capo della delegazione svizzera all’OCSE.

I leader dei paesi industrializzati hanno ritrovato il filo dei loro incontri ufficiali, riportando a Evian la calma che caratterizza la stazione termale francese.

I battelli possono tornare a navigare liberamente sul Lemano e sui due lati della frontiera la vita sta tornando alla normalità.

Ma rimangono alcuni interrogativi: quali saranno gli sbocchi concreti del G8? Il «club dei paesi ricchi» sarà il solo a trarne profitto? I paesi invitati in margine alla riunione, cosa ne avranno ricavato?

E la Svizzera avrà avuto unicamente il ruolo di permettere ai teppisti di sfogarsi nelle strade di Ginevra e Losanna?

Per dare una risposta a questi interrogativi, Jean-Didier Revoin ha intervistato Patrick Leduc, vice-capo della delegazione svizzera all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico OCSE.

swissinfo: Concretamente, la Svizzera può approfittare delle riunioni degli otto stati più industrializzati del mondo?

Patrick Leduc: Sì, incontestabilmente. I vertici del G8 non dispongono di un segretariato che prepari i temi trattati dai capi di stato e di governo durante gli incontri.

Sono dunque le varie organizzazioni internazionali, che dispongono delle conoscenze necessarie dei diversi temi affrontati, a preparare i dossier.

Nella sua qualità di membro di queste istanze multilaterali, la Svizzera può quindi influire sul trattamento dei dossier. Sia a livello della preparazione,k prima che i membri del G8 si pronuncino, sia al momento della messa in atto delle decisioni prese dai dirigenti dei relativi paesi.

swissinfo: Quindi tutto il lavoro viene svolto in seno alle organizzazioni internazionali in un quadro multilaterale, che include dei paesi che non appartengono al G8?

P.L.: Gli incontri al vertice non sono che la punta emergente dell’abete – e non dell’iceberg. Mi spiego: l’abete ha dei rami sui quali possono appoggiarsi quei paesi che non partecipano alle riunioni – e questi rami sono le organizzazioni multilaterali.

swissinfo: I partecipanti al G8 non fanno quindi parte di un club chiuso?

P.L.: Non esattamente, dato che gli scambi che intercorrono tra il G8 e le organizzazione internazionali sono molto positivi. Personalmente, non vorrei che il G8 diventasse una specie di direttorio, le cui decisioni dovrebbero essere adottate in modo unilaterale.

swissinfo: A cosa attribuisce i dissensi che si sono a volte manifestati fra i partecipanti a questi incontri?

P.L.: Il fatto è che sulle problematiche economiche, che erano all’origine degli incontri informali, si sono ora innestati molti problemi di carattere politico.

swissinfo: Che cosa le ispira la crescente mediatizzazione delle riunioni del G8?

P.L.: Personalmente ritengo che la massiccia presenza dei media permetta a certe persone di mettersi in evidenza, a detrimento del lavoro svolto durante lunghi mesi nell’ambito delle istanze multilaterali.

swissinfo: Ma il carattere informale di questi vertici non sta lentamente scomparendo?

P.L.: Si notano certi sviluppi. Per esempio, constatiamo che certe decisioni sono prese sulla base dei lavori condotti in seno ai ministeri specializzati dei membri del G8, per poi essere rielaborate dalle competenti organizzazioni internazionali.

E questo è pericoloso per un paese come la Svizzera, che in questo modo vede ridursi il suo grado di influenza.

swissinfo, Jean-Didier Revoin
(adattamento dal francese: Fabio Mariani)

Il vertice di Evian ha prodotto 17 documenti;
sono pure stati lanciati una decina di piani d’azione, in particolare sull’acqua, la salute, la scienza, la carestia, la lotta contro il terrorismo;
è anche stata decisa la cooperazione con il NEPAD, il Nuovo partenariato per lo sviluppo dell’Africa.

Il vertice del G8, che si è concluso martedì a Evian, è stato aspramente critcato da parecchie associazioni non governative, tra le quali anche Attac e Greenpeace.

I rappresentanti del movimento altermondialista sostengono che il vertice del G8 non è servito a nulla e che il dialogo con i paesi africani non è stato che una montatura.

Secondo tali critiche, i dirigenti del G8 “pur riconoscendo che l’attuale sistema è in crisi, hanno riaffermato la loro retorica neo-liberale”.

Le associazioni non governative denunciano atra l’altro l’incapacità del G8 a impegnarsi concretamente in vari settori critici, come la lotta all’Aids, l’accesso ai medicamenti per i paesi poveri, l’indebitamento del terzo mondo, i paradisi fiscali e la responsabilità delle ditte.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR