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Anche per gli svizzeri un visto per andare negli Stati Uniti?

In futuro, nè i passaporti europei, né il nuovo passaporto svizzero basteranno per entrare negli Stati Uniti Keystone Archive

Il parlamento americano ha votato nuove norme per l'entrata nel Paese degli stranieri. Il futuro passaporto svizzero potrebbe farne le spese.

In futuro ci vorrà un visto per andare negli Stati Uniti ? E’ abbastanza probabile, perché il nuovo passaporto che gli svizzeri riceveranno a partire dal 2003 non conterrà dati biometrici (impronte digitali o iride degli occhi).

Gli americani hanno invece deciso di introdurre a partire dall’ottobre del 2004 proprio questi strumenti di identificazione elettronica per controllare meglio chi entra ed esce dal loro paese.

La legge, già approvata unanimamente dai due rami del parlamento, dovrebbe nei prossimi giorni essere firmata dal presidente. Essa rientra nel quadro delle misure di rafforzamento dei controlli doganali, che gli Stati Uniti hanno deciso di adottare dopo l’attacco dell’11 settembre.

Nel mirino delle autorità, gli studenti stranieri

In particolare, le autorità vogliono avere un miglior controllo sui giovani che vengono negli Stati Uniti per ragioni di studio. Alcuni degli attentatori erano entrati in America con un visto di studio, ma non avevano mai frequentato college o università.

Gli americani hanno anche deciso di rendere più severi i controlli negli aereoporti. A partire dalll’ottobre 2003 chi entra in America dovrà disporre di un documento che sia leggibile con macchinari elettronici.

Attualmente la Sizzera rientra nel cosiddetto “Visa waiver program”, il che significa che per entrare negli Stati Uniti non ci vuole un visto, ma basta presentare un regolare passaporto. Quello attuale non consente una lettura elettronica dei dati.

Il nuovo passaporto elevetico, mostrato alla stampa alcune settimane fa dalla consigliera federale Ruth Metzler, e che sarà distribuito a partire dal gennaio 2003 potrà essere letto elettronicamente. Volendo, potrebbe essere anche dotato di dati biometrici, come impronte digitali o iride dell’occhio, ma per il momento il Consiglio federale ha preferito non introdurre questi nuovi elementi di identificazione.

O i dati biometrici, o il visto

Resta il fatto però che a partire dall’ottobre 2004 gli Stati Uniti chiederanno agli stranieri che entrano nel paese di essere identificati mediante strumenti biometrici. Se il passaporto ne è sprovvisto, allora non resterà che chiedere un visto. Solo in questo modo gli Stati Uniti potranno richiedere gli strumenti di indentificazione previsti dalla nuova normativa.

La questione dei dati biometrici è da tempo al vaglio degli esperti di tutto il mondo che ne valutano vantaggi e svantaggi. Un argomento sensibile è quella della protezione dei dati e della sfera privata.

I nuovi elementi di identificazione, per esempio, dovranno essere memorizzati in un computer, col rischio di venire rubati e di finire così nelle mani sbagliate. Inoltre nessun paese ha finora deciso quale dato biometrico privilegiare, visti anche i forti costi degli impianti da istallare.

Proteggere la sfera privata

Comunque questi strumenti di identificazione stanno entrando nelle abitudini della gente. Negli Stati Uniti ha fatto notizia nei giorni scorsi l’annuncio che un supermercato dello regione di Seattle vuole introdurre l’impronta digitale come strumento per il pagamento alla cassa. Alcuni clienti si sono mostrati entusiasti, altri scandalizzati e preoccupati.

In Svizzera l’introduzione di dati biometrici nel passaporto richiederà molto probabilmente una modifica della legge sulla protezione dei dati. Quindi i tempi per far passare la novità sono lunghi e certamente una decisione di questo tipo non potrà essere presa da un singolo Paese, ma coordinata anche alla luce di quello che decideranno Stati Uniti o Unione europea. Il dibattitto quindi è solo alle prime battute.

Anna Luisa Ferro Mäder

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