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Ancora nessun accordo sulla fiscalità dei risparmi

I ministri delle finanze dell'Unione Europea (UE) non sono riusciti a trovare un'intesa per una direttiva sulla tassazione dei risparmi.

I Quindici riprenderanno prossimamente i negoziati con la Svizzera, che rifiuta di fare concessioni sul segreto bancario.

Secondo quanto dichiarato dal ministro dell’economia del lussemburgo, Henri Grethen, senza un compromesso con Berna sarà difficile raggiungere un accordo. Una posizione condivisa anche dal ministro delle finanze austriaco, Karl-Heinz Grasser.

Di fronte alle pressioni esercitate dai Quindici, le autorità svizzere hanno formulato nelle ultime settimane una serie di proposte, tra cui l’introduzione di una ritenuta alla fonte del 35% sui guadagni generati dai risparmi dei non residenti. Questi importi dedotti verrebbero parzialmente restituiti all’UE.

Berna accetta anche il principio dello scambio di informazioni, ma solo su richiesta e non in modo automatico. Questa procedura si applicherebbe inoltre soltanto ai casi di frode fiscale e non di evasione fiscale, come voluto dai Quindici. Un allentamento su questa norma minaccerebbe il segreto bancario, secondo il governo svizzero.

Soluzione elvetica non sufficiente

Austria e Lussemburgo avevano però già fatto sapere da tempo di non poter accettare la soluzione svizzera. Una soluzione considerata troppo tenue dai due paesi che, in caso di accordo sulla normativa, sarebbero invece costretti ad accettare il principio dello scambio automatico di informazioni.

I rappresentanti austriaci e lussemburghesi hanno inoltre respinto anche l’imposta alla fonte del 35%, avanzata da Berna quale formula transitoria fino al 2010.

Una maggiore disponibilità al compromesso sembra invece giunta dalla Gran Bretagna. La delegazione di Londra ha infatti annunciato di poter rinunciare alla richiesta di uno scambio automatico di informazioni.

Stretto il margine di manovra: reazioni in Svizzera

L’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) non capisce perché l’Unione europea non accetti l’offerta elvetica «molto generosa» sulla fiscalità del risparmio. «Non resta molto margine di manovra per negoziare», ha indicato il portavoce Thomas Sutter.

Dal canto suo il Dipartimento federale delle finanze resta aperto al dialogo sulla tassazione del risparmio che l’Ecofin vorrebbe approfondire: ma pur desiderando una soluzione, la Svizzera ritiene valide le proposte fatte finora.

Scadenza ravvicinate

Per lottare contro il fenomeno dell’evasione fiscale, l’UE ha deciso di introdurre un sistema di scambio automatico di informazioni tra autorità fiscali, prevedibilmente già il primo gennaio del 2004. A partire da questa data, 12 dei 15 membri dell’UE potranno tassare direttamente i risparmi depositati dai loro cittadini all’estero.

Lussemburgo, Austria e Belgio disporranno invece di un periodo di transizione di sette anni al massimo per adattarsi alla normativa. Durante tale periodo, questi tre paesi potranno praticare una ritenuta alla fonte sui redditi dei risparmi.

In occasione del vertice di Feira (Portogallo), del giugno 2000, i Quindici avevano fissato al 31 dicembre 2002 la scadenza ultima per giungere a un accordo sulla fiscalità del risparmio con sei paesi terzi, tra cui gli Stati Uniti e la Svizzera. In caso di fallimento delle trattative, l’intero progetto rischia di essere accantonato per lungo tempo.

swissinfo e agenzie

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