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Applausi e critiche: se ne va il capo della cooperazione svizzera

Walter Fust lascia la DSC ma ha ancora molti progetti Keystone

Per quindici anni Walter Fust è stato il volto della cooperazione e dell'aiuto allo sviluppo svizzeri; mercoledì ha annunciato che in aprile andrà in pensione.

Recentemente era stato rimproverato dal parlamento per una conduzione strategica lacunosa della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC). Ma in molti ricordano i nuovi impulsi che ha saputo dare al settore.

A fine aprile, dopo quindici anni di intenso lavoro, Walter Fust lascerà la guida della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) per andare in pensione. Il governo ne ha preso atto durante la sua seduta di mercoledì.

A spingerlo verso questa decisione – ha assicurato Fust – non sono state le critiche partite dalla commissione di gestione della camera alta del parlamento, ma la volontà di dedicarsi a progetti privati. «Voglio intraprendere molte cose» ha dichiarato il 62enne Fust pur senza nominare progetti concreti. «Intendo dar seguito al mio impegno in forma privata e insieme a mia moglie».

Per quanto riguarda la sua successione, ci sarebbero già diversi interessati tanto all’interno che all’esterno del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Nel segno della globalizzazione

In un comunicato, il DFAE rende omaggio a Fust, un uomo che ha fortemente influenzato l’impegno della Svizzera nei paesi in via di sviluppo e in transizione.

La cooperazione e l’aiuto allo sviluppo sono cambiati molto nell’era della globalizzazione. Fust ha saputo prendere atto tempestivamente di questi mutamenti dando impulsi innovativi agli attori svizzeri del settore.

Ma Walter Fust, da buon cooperatore, non si è limitato alla Svizzera e ha messo le sue competenze al servizio d’importanti organi internazionali, che gli hanno assegnato diversi incarichi. Nel novembre del 2006 stava per essere nominato direttore del Programma d’alimentazione mondiale delle Nazioni unite (WFP), ma alla fine, su pressione degli USA, gli è stata preferita la candidata statunitense Josette Sheeran.

In prima linea

Il DFAE ricorda come Walter Fust abbia sempre voluto recarsi nei paesi in cui la DSC seguiva dei progetti per accertarsi personalmente dell’efficacia dell’impegno elvetico. Passo dopo passo, Fust è riuscito a fare della DSC un’organizzazione moderna, che trova grande considerazione e apprezzamento all’estero.

Le associazioni non governative che al momento della sua nomina avevano espresso qualche riserva, deplorano ora la partenza di Fust. Alliance Sud, la comunità di lavoro che riunisce sei importanti organizzazioni di aiuto umanitario elvetiche, tesse le sue lodi: egli «ha fatto molto per la cooperazione svizzera allo sviluppo». Riferendosi alla recente polemica sulla gestione della DSC, il direttore di Alliance Sud Peter Niggli ha detto che in fondo si tratta di un’opportunità per cominciare a «lavorare con un nuovo approccio».

Critiche

Alla fine dello scorso anno Fust era entrato in rotta di collisione con la commissione della gestione del Consiglio degli Stati. Pur ammettendo «il lavoro riconosciuto a livello internazionale», in un rapporto i parlamentari rimproveravano alla DSC lacune nella conduzione strategica.

La commissione chiedeva inoltre obiettivi prioritari chiari e una maggiore trasparenza nei crediti quadro.

Sulla stampa Fust accusò i suoi critici di aver utilizzato apposta dati errati. Per mettere fine alla polemica, in marzo la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey e la commissione interessata si sono impegnate ad avere un dialogo costruttivo.

swissinfo e agenzie

Nato nel 1945 a Mosnang, Fust ha studiato politologia all’Università di San Gallo. Dopo varie esperienze nell’economia privata, nel 1975 entra a far parte del servizio diplomatico.

Nel 1984 diventa collaboratore personale dell’allora ministro dell’economia Kurt Furgler. Due anni dopo è chiamato a dirigere l’Ufficio svizzero per l’espansione commerciale (OSEC).

Nel 1990, viene nominato segretario generale del Dipartimento federale dell’interno guidato da Flavio Cotti. Quando quest’ultimo passa agli esteri, nel 1993, assegna a Fust la carica di capo della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), carica che il sangallese lascerà nell’aprile del 2008.

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