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Aree edificabili per i ricchi: la sfida di Obvaldo

Zone speciali per far sentire i ricchi a proprio agio Keystone

Il semicantone di Obvaldo, nella Svizzera centrale, vuole creare zone edificabili speciali, riservate a «costruzioni di alta qualità». Una maniera di attrarre contribuenti facoltosi che sta suscitando aspre polemiche. Obvaldo si difende, ma sul tema si andrà probabilmente al voto.

La politica fiscale di Obvaldo, sette comuni e 34’000 abitanti al centro della Svizzera, torna a far discutere. L’anno scorso il semicantone era stato richiamato all’ordine dal Tribunale federale per il suo tentativo di introdurre una tassazione degressiva e aveva dovuto accontentarsi di adottare una flat-tax.

Ora si spinge oltre e propone di utilizzare le sue ampie riserve di territorio per istituire delle zone residenziali speciali, riservate a persone che hanno particolari esigenze edilizie. Quartieri per i ricchi, insomma. Il parlamento cantonale ha approvato il progetto il 30 aprile scorso.

Come ha scritto il settimanale Wochenzeitung, la nuova iniziativa di Obvaldo sposta ormai la concorrenza fiscale dal livello cantonale e comunale a quello delle singole parcelle. Niente male, per un cantone che fino a qualche anno fa aveva una delle aliquote fiscali più elevate del paese.

«Forma di apartheid»

Il progetto obvaldese ha però suscitato un vero e proprio vespaio. Sul suo blog il ministro dell’ambiente Moritz Leuenberger ha scritto che la nuova legge «non è nient’altro che una nuova forma di apartheid».

Contrariamente a quanto suggerito dalle autorità del canton Obvaldo, Leuenberger ha anche negato che il governo federale abbia mai dato il suo avallo ai progetti fiscali del semicantone. Pur avendo approvato il piano territoriale di Obvaldo nel 2008, il Consiglio federale non si è espresso su piani concreti relativi a zone speciali.

Il progetto suscita molti dubbi anche tra i giuristi. Secondo il costituzionalista Rainer Schweizer, dell’Università di San Gallo, il principio dell’uguaglianza davanti alla legge è violato. Schweizer ritiene problematica anche la confusione di finalità: «La pianificazione territoriale non può essere utilizzata a fini di politica fiscale».

I vantaggi fiscali della misura sono del resto ancora da provare. Christa Perregaux-DuPasquier, vice-direttrice dell’Associazione svizzera per la pianificazione del terriotiro, ritiene che i comuni sottovalutino i costi legati alla realizzazione di zone speciali.

«Chi dice famiglie supplementari dice anche infrastrutture supplementari», osserva. «Inoltre, quando costruiscono, i nuovi proprietari possono dedurre cifre elevate dalla loro dichiarazione delle imposte».

«Crescita qualitativa»

Il canton Obvaldo difende però strenuamente la sua scelta. «Vogliamo una crescita qualitativa, non dei quartieri che deturpano il paesaggio», sostiene Hans Wallimann, direttore cantonale delle finanze. La misura riguarderebbe solo 3-4000 metri quadrati di terreno. «Bisogna conservare il senso delle proporzioni», afferma Wallimann.

Il direttore cantonale delle costruzioni, Hans Matter, ha fatto notare dal canto suo in un colloquio con l’agenzia stampa ATS che le «zone con costruzioni di alta qualità» non sono necessariamente «zone per i ricchi». Non esistono norme che mettano in relazione il diritto di costruire in queste zone con il reddito o la sostanza delle persone. Come in tutti i cantoni, sarà il mercato a regolare l’accesso alle parcelle.

Va anche detto che le aree “speciali” dovranno confinare con una zona edificabile normale. Inoltre sarà necessario il via libera da parte del parlamento cantonale e delle autorità comunali. Il governo obvaldese è in ogni caso convinto che da un punto di vista legale la misura di pianificazione territoriale poggi su basi solide.

Sull’argomento il semicantone dovrà però molto probabilmente votare. I Verdi, che non sono rappresentati nel parlamento cantonale, hanno infatti lanciato un referendum contro la «zone con costruzioni di alta qualità».

Andrea Tognina e Ariane Gigon, swissinfo.ch e agenzie

L’offensiva di Obvaldo in ambito fiscale, con l’introduzione nel 2006 dell’aliquota regressiva e in seguito – dopo il veto del Tribunale federale – della cosiddetta «flat tax», ha dato esiti postivi, anche se non tutti i comuni ne hanno approfittato in egual misura: è quanto ha indicato giovedì a Sarnen il direttore del dipartimento cantonale delle finanze Hans Wallimann.

Dal 2006 ad oggi le imposte cantonali sono scese del 26,5%, mentre il gettito è cresciuto del 23,2%, pur andando a vantaggio di due soltanto dei setti comuni obvaldesi. Grazie alla riforma sono state fondate 424 nuove aziende e la crescita della popolazione residente è stata riportata ai livelli medi della Svizzera centrale.

Tutti i comuni progrediscono, ha detto Walliman: «Le partenze dovute a motivi fiscali sono state fermate». Per compensare la disparità venutasi a creare con il nuovo modello di tassazione, il governo cantonale ha annunciato una revisione del sistema di perequazione finanziaria, che avrà effetto retroattivo al gennaio del 2009.

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