Prospettive svizzere in 10 lingue

Artiglieria, materiale in parte obsoleto, necessario investire

(Keystone-ATS) Anche in futuro, l’esercito svizzero avrà bisogno dell’artiglieria per contrastare un’eventuale – anche se per ora improbabile – invasione, garantendo contemporaneamente la mobilità delle proprie truppe.

Per ottenere questo obiettivo, sarò quindi necessario colmare diverse lacune, specie per quanto riguarda la portata e la precisione dei tiri.

È la conclusione cui giunge un rapporto, sollecitato dal Consiglio degli Stati, approvato dal Consiglio federale. Stando a tale documento, in futuro sarà necessario procedere ad acquisizioni per migliorare la gittata, la precisione – specie per il combattimento in località, in modo da limitare il ferimento o l’uccisione di civili – e la mobilità di queste armi che, secondo il Governo, rimangono essenziali per la difesa del Paese.

Molti Stati si sono dotati di nuovi sistemi d’arma in quest’ambito, ma nessuno ha deciso di rinunciarvi. Per quanto riguarda la Confederazione, tra una decina d’anni diverse componenti del sistema globale dell’artiglieria – specie gli obici blindati M-109 – avranno raggiunto il limite di utilizzo tecnico.

Per migliorare la mobilità, il Governo intende rinunciare ai sistemi fissi di artiglieria. Ciò significa, concretamente, mandare in pensione i lanciamine di fortezza e i cannoni BISON. In generale, s”intendono sostituire i mezzi cingolati con veicoli a ruote, più adatti a un futuro impiego in zone densamente abitate.

Per quanto attiene alla distanza coperta dal fuoco indiretto o di artiglieria – ossia quando il nemico non è direttamente visibile – i quattordici mortai da 8,1 cm di cui dispone attualmente la fanteria hanno una gittata di soli 5km, invece dei 10 km richiesti (corta distanza).

Per colmare questa lacuna, entro il 2025 l’Esecutivo intende acquistare 32 mortai da 12 cm (portata: 8 km) mettendo a programma un credito di 404 milioni. È prevista anche la sostituzione dell’obsoleto lanciamine da 8,1 cm, con un mortaio più moderno e trasportabile dai soldati.

Tra 10 e 50 km (distanza media), i 133 obici blindati garantiscono una copertura fino a 20km. A metà 2025 questi mezzi avranno raggiunto il limite di utilizzo. Per migliorarne l’efficacia e allungare la durata d’impiego, il Consiglio federale pensa di procurarsi munizioni – molto costose – dotate di GPS. Si pensa a un primo lotto da 100 milioni.

Quanto ad un’eventuale sostituzione, quest’ultima costerebbe da 2.5 a 3 miliardi di franchi; tale opzione, visti i costi, è giudicata “impossibile”. Oltre il 2025, tuttavia, molte decisioni dipenderanno anche dal quadro strategico globale.

Per le grandi distanze, poiché si è rinunciato ai missili, rimane d’attualità l’acquisto di nuovi aerei da combattimenti, nonostante il “no” popolare ai Gripen. Un argomento che dovrà essere affrontato dal 2020, si legge nel documento.

Nella lista dei desideri dell’Esecutivo figura anche l’acquisto di nuovi mezzi per esplorazione, l’osservazione e la trasmissione dei dati. I vecchi carri cingolati M-113 dovrebbero essere sostituiti entro dieci anni con veicoli dotati di ruote, sempre per guadagnare in mobilità.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR