Prospettive svizzere in 10 lingue

Asilo: Vaud non rinvia subito i richiedenti

Per il momento, la famiglia Demiri, proveniente dall'ex-Jugoslavia, può rimanere Keystone

Il Canton Vaud rinvia il rimpatrio di alcuni richiedenti la cui domanda d’asilo è stata respinta. Rimangono per ora le famiglie kosovare e di Srebrenica.

Rinvio non è sinonimo di assoluzione : «le 378 persone interessate dovranno in ogni caso partire», ha sottolineato il ministro Jean-Claude Mermoud.

Il Consiglio di Stato vodese ha annunciato oggi la sospensione delle misure coercitive per il rimpatrio di determinate categorie di richiedenti l’asilo. Usufruiranno di questo provvedimento le famiglie con bambini, le donne kosovare sole e i sopravvissuti della strage di Srebrenica (Bosnia Erzegovina). Un bilancio sarà tratto fra tre mesi.

Il governo vodese non ha cambiato posizione in merito alla sua politica d’asilo. E’ però stato modificato il metodo adottato in questo dossier, su cui ha dichiarato di volere fare il punto nell’arco dei possimi tre mesi.

In un comunicato, l’esecutivo cantonale ha affermato di volere studiare la forma di accompagnamento che potrebbe essere presa per il rimpatrio, insieme alle Chiese, ai partiti e ai movimenti di sostegno.

Basta eccezioni

Il consigliere di Stato Jean-Claude Mermoud ha confermato martedì alla stampa l’intenzione del governo cantonale di mettere un termine all’eccezione vodese in materia d’asilo.

Ciò significa che, le persone che hanno ricevuto una risposta negativa dall’Ufficio federale delle migrazioni dovranno lasciare il Paese.

Tenendo conto delle partenze volontarie e della recente regolarizzazione della situazione di una parte dei richiedenti d’asilo, il «gruppo dei 523» è ora ridotto a 378 persone: «a questi richiedenti non rimarrà altra soluzione che lasciare il territorio elvetico» ha affermato il consigliere di Stato.

Aiuti al ritorno

«Il Consiglio di Stato vodese intende assicurare a chi è costretto a lasciare la Svizzera un rientro dignitoso nel proprio Paese», ha tenuto a precisare Mermoud.

Allo scopo di rendere questa difficile impresa il più serena possibile, il governo ha sospeso il rinvio delle categorie di richiedenti più vulnerabili, come le famiglie con bambini minorenni, le donne kosovare che vivono da sole e le persone provenienti da Srebrenica.

Per queste persone, le autorità vodesi studieranno, insieme alle Chiese, ai partiti e ai movimenti di sostegno, la forma di accompagnamento che potrebbe essere presa in occasione del loro rimpatrio.

Gli interessati sono invitati ad iscriversi rapidamente per poter beneficiare di un programma di aiuto al rimpatrio.

Si cercano «padrini»

E’ inoltre stata lanciata l’idea del patrocinio, un’iniziativa per la quale l’esecutivo cantonale ha esortato le Chiese, i partiti politici e tutti i movimenti interessati a servire da «padrini» alle persone la cui richiesta d’asilo è stata respinta.

«Il compito del padrino è delicato», riconosce Jean-Claude Mermoud. Esso deve infatti accompagnare il richiedente nelle pratiche relative al suo rimpatrio.

Secondo il consigliere di Stato, le persone di buona volontà, le associazioni o le Chiese avranno maggiori possibilità di convincere i richiedenti respinti di non avere altra scelta che tornarsene nel proprio Paese e costruirsi una nuova vita grazie anche agli aiuti forniti loro per il ritorno.

La forma e i contenuti del patrocinio sono invece ancora da discutere. A tal fine, il governo vodese ha organizzato un incontro con le Chiese e di alcune associazioni per discuterne.

Niente da fare per celibi e nubili

Il ritorno in patria è invece «imminente» per una trentina di persone, celibi e nubili, la cui domanda è stata rifiutata e che non beneficieranno di nuove proroghe.

Il Cantone intende trarre un bilancio dell’efficacia del nuovo metodo fra tre mesi. Per quanto riguarda la futura politica d’asilo, Mermoud ha affermato che «Vaud si adeguerà alle pratiche osservate dagli altri Cantoni».

swissinfo e agenzie

Nel luglio 2004, il Canton Vaud ha deciso l’espulsione di 523 richiedenti la cui domanda d’asilo era stata rifiutata dalla Confederazione.

In autunno, le autorità vodesi e i difensori del diritto d’asoli hanno chiesto all’Ufficio federale delle migrazioni di riesaminare alcuni dossiers.

Berna ha quindi deciso l’ammissione provvisoria di 45 persone, ma ha confermato l’obbligo di rientro per le altre.

Attualmente, tenendo conto delle partenze volontarie e delle regolarizzazioni di alcuni richiedenti, sono ancora in 350 a poter essere espulsi.

Il governo vodese ha accordato un ulteriore periodo di permanenza ad alcuni di loro, ma conferma che tutte le decisioni di rinvio saranno eseguite. Non ha però detto entro quando dovranno tornare.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR