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Assicurazione invalidità: il più resta da fare

Per la stampa svizzera, il lavoro di risanamento dell'AI è solo cominciato swissinfo.ch

La stampa svizzera non è sorpresa dalla chiara accettazione della V revisione dell'AI: una reazione era necessaria alla situazione finanziaria catastrofica in cui versa l'assicurazione.

I commenti sono unanimi: il più resta ancora da fare. Occorre infatti applicare la revisione e soprattutto trovare nuove risorse finanziarie.

La riforma legislativa – sostenuta da governo e parlamento – è stata approvata dal popolo con il 59,1% dei voti. Un’ampia maggioranza, certo, ma non priva di spunti di riflessione, secondo i media elvetici.

Il quotidiano romando “Le Matin”, si sofferma sul fatto che il 40% dei cittadini e quattro cantoni svizzero francesi hanno rifiutato la revisione: “Non vogliono realizzare dei risparmi sulle spalle degli andicappati. La loro resistenza deve essere presa sul serio, perché durante tutta la campagna la popolazione è stata divisa fra il suo desiderio di mettere ordine nell’assicurazione e la sua solidarietà con gli invalidi”.

Un malessere che si è tradotto tra l’altro con una bassa partecipazione al voto: “Meno del 36%. Ciò che rende la sconfitta meno amara per coloro che hanno lanciato il referendum”.

Röstigraben

“L’argomento degli abusi, cavallo di battaglia dell’UDC per la campagna, non ha attaccato ovunque”, rileva dal canto suo la “Basler Zeitung”.

Per il “Quotidien jurassien”, i quattro cantoni romandi che hanno detto no “dubitano che l’economia compia gli sforzi necessari senza esservi costretta”.

“La Liberté” dal canto suo, ritiene che tale opposizione degli svizzeri francesi peserà nell’evoluzione dell’AI, che definisce un “cantiere permanente”. Perché in ambito sociale, secondo l’editorialista del giornale friburghese, “non vi è un semplice fiume, bensì un vero e proprio canyon che divide le sensibilità delle comunità romanda e svizzera tedesca”. Anche per il “Corriere del Ticino” il risultato di domenica “fa stato di un fossato del rösti, con cantoni come il Ticino e Basilea Città dove il sì è molto meno convinto. Sono le regioni del Paese che dimostrano una maggior sensibilità al sociale e dove l’ UDC è meno forte”.

La V revisione è solo una tappa

Il “sì” alla quinta revisione dell’AI non è che un primo passo. Occorre ora trovare nuovi finanziamenti per risanare l’assicurazione.

La revisione è stata accettata, ma tutto resta da fare, sottolinea il vodese “24 heures”. Sarà soprattutto in ambito di finanziamento che il lavoro sarà più duro. Malgrado i sacrifici chiesti agli invalidi dalla riforma, rimangono ancora da trovare 1,5 miliardi. “E gli specialisti sono concordi: la salvezza verrà solo se sarà varato un nuovo finanziamento”.

Sul finanziamento insistono anche la “Basler Zeitung”, il “Nouvelliste”, l'”Impartial” e l'”Express”, che prevedono la possibilità di un aumento dell’IVA quale mezzo per risanare l’assicurazione.

Per la “Neue Zürcher Zeitung” e il “Bund”, tuttavia, solo un aumento dell’IVA limitato nel tempo potrebbe rimettere le finanze dell’AI sulla retta via. “I radicali, i democristiani e i socialisti si sono detti favorevoli a questa misura impopolare”, ricorda il “Bund”. Quest’ultimo critica il “gioco elettorale” dell’UDC (destra nazionalconservatrice), che consisteva nell’insistere sui risparmi supplementari piuttosto che su nuovi finanziamenti.

Un’opinione condivisa anche dall’editorialista del “Corriere del Ticino: “Per il partito di Ueli Maurer il risanamento dell’ AI passa non tanto dalla ricerca di nuove entrate (prelievo sui salari, IVA), ma su un ulteriore giro di vite nel sostegno alle persone con problemi di salute. E significa anche che l’ UDC ha intravvisto nel risultato di ieri una disponibilità dei cittadini svizzeri a battere questa strada. È giusta questa lettura? Probabilmente no”, scrive.

Applicazione della legge

Oltre ai nuovi finanziamenti sarà essenziale anche il ruolo delle imprese nella messa in pratica della nuova legge: “I datori di lavoro devono mantenere gli impegni presi dalle loro organizzazioni mantello e dall’insieme dei favorevoli alla revisione”, sottolinea il quotidiano romando “Le Temps”. Sulla stessa linea d’onda anche il “Tages Anzeiger” e la “Basler Zeitung”. Quest’ultimo quotidiano scrive: “Tocca ora alle imprese applicare il principio ‘integrazione prima della rendita'”.

“Si tratterà per le imprese come per gli uffici AI di dimostrare che il reinserimento previsto dalla revisione non sono solo belle parole”, aggiunge “Le Temps”. Non sarà semplice: “Il successo della quinta revisione dipenderà dalla sua capacità di ridurre il numero di nuove rendite accordate in particolare ai giovani affetti da problemi psichici. E non basterà ridurre la loro cifra. Gli obiettivi non saranno raggiunti se la nuova legge provocherà un passaggio di casi all’aiuto sociale”.

Daniele Fontana, per “La Regione Ticino”, si mostra scettico riguardo le reali possibilità di reintegrazione degli invalidi nel mondo del lavoro: “L’utopia di accrescere il reinserimento professionale dei portatori di andicap (compito peraltro iscritto negli obiettivi della legge sin dalla sua nascita), senza peraltro stabilire alcun obbligo per i datori di lavoro, si infrangerà senza dubbio sulle rive, piene di relitti, lungo cui sono destinate ad andare a morire tutte le utopie”, scrive.

Il “St Galler Tagblatt” mette dal canto suo in evidenza il “ruolo delle autorità responsabili nel riconoscimento precoce dei problemi e nell’applicazione di misure di reinserimento: compiti che necessitano di nuove competenze e nuovi modi di lavorare”.

swissinfo, Anna Passera

La quinta revisione dell’AI è stata approvata dal 59,1% dei votanti.
La percentuale di sì nei cantoni varia dal 79,5% di Appenzello interno al 45,4% del Giura.
La partecipazione si attesta al 35,8%.

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