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Assistenza sociale: la grande sfida delle città svizzere

Ogni giorno a Zurigo, 850 persone dipendenti dall'assistenza sociale lavorano in uno dei programmi occupazionali della città Keystone

Il reinserimento professionale delle persone dipendenti dall'assistenza sociale è stato al centro della conferenza autunnale dell'Iniziativa delle città, che si è tenuta martedì a Zurigo.

I rappresentanti di una cinquantina di città hanno discusso i loro progetti e formulato delle richieste da inoltrare alla Confederazione, ai cantoni e al mondo economico.

In Svizzera sono sempre più numerose le persone costrette a ricorrere all’assistenza sociale. Ne sa qualcosa l’«Iniziativa delle città: Politica sociale» (ICPS) che durante la sua conferenza autunnale ha discusso della reintegrazione nel mondo professionale delle persone che dipendono dall’assistenza pubblica.

Gli specialisti del settore sono concordi nell’affermare che se l’assistenza sociale si limita a garantire la sopravvivenza dei suoi beneficiari non riuscirà a riempire pienamente la sua funzione.

«Non fosse altro che per motivi puramente economici, questo tipo di rendita finanziata dai comuni non può essere la soluzione migliore», si legge in un comunicato dell’ICPS, alla quale l’Unione delle città elvetiche ha affidato il compito di difendere i suoi interessi a livello federale e cantonale.

L’ICPS chiede un maggiore impegno da parte dell’economia, ma anche dei comuni, chiamati ad occuparsi con più attenzione delle persone in difficoltà. In questo senso sarebbe opportuno che anche l’assistenza sociale condividesse l’obiettivo perseguito dall’Assicurazione invalidità (AI): integrazione piuttosto che rendite. Un compito arduo, visto che a chiedere l’aiuto sociale sono spesso persone che hanno fallito il loro (re)inserimento nel mondo del lavoro e che non percepiscono una rendita AI.

Per favorire l’integrazione, le città hanno già adottato numerose misure, che vanno dai programmi di formazione, a quelli di collocamento, fino alla creazione di imprese sociali. Molte città e alcuni cantoni hanno inoltre compiuto notevoli sforzi per facilitare l’accesso ad una formazione o l’entrata nel mondo professionale ai giovani.

Economia, cantoni e Confederazione

Anche l’economia svolge un ruolo determinante per il reinserimento nel mondo del lavoro dei beneficiari dell’assistenza sociale, afferma l’ICPS.

«Le imprese dovrebbero creare nuovi impieghi di nicchia che, anche se non particolarmente redditizi, sono socialmente validi», si legge nella nota. Un numero maggiore di contratti dovrebbe inoltre essere affidato a imprese sociali e a programmi d’occupazione.

L’organizzazione invita inoltre i cantoni e la Confederazione a non lasciare questo compito unicamente sulle spalle dei comuni e ad assumersi la responsabilità e il cofinanziamento dell’integrazione professionale di coloro che fanno capo all’assistenza sociale.

L’esempio di Zurigo

Alla conferenza di martedì, Monika Stocker, responsabile del dipartimento della socialità di Zurigo, ha messo in luce la situazione nella sua città, dove attualmente si contano 15’000 beneficiari dell’aiuto sociale. Come ovunque altrove, questo numero è in continuo aumento.

La città sulla Limmat ha cercato di reagire sostenendo programmi di integrazione nel mondo lavorativo e la creazione di imprese sociali.

Le persone impiegate presso queste ditte ritrovano così una vita attiva e, contrariamente ad altri programmi, ricevono anche una fetta di salario che è destinato, in parte, a pagare i premi delle assicurazioni sociali. Zurigo si impegna inoltre a trovare dei contratti alle ditte che riempiono questo mandato sociale, ha precisato Monika Stocker.

Per la municipale zurighese, il programma, partito due anni fa, sta dando dei risultati incoraggianti.

swissinfo e agenzie

L’Iniziativa delle città rappresenta gli interessi in materia di politica sociale delle città svizzere nel dialogo con Confederazione e cantoni.

S’impegna in favore di una maggiore armonizzazione dei diversi sistemi preposti alla sicurezza sociale (Confederazione, cantoni, comuni).

Costituisce una rete di contatto tra una cinquantina di città ed è un’organizzazione specializzata dell’Unione delle città svizzere.

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