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Atmosfera gelida a Davos per gli Stati Uniti

Davos - Dal primo ministro della Malaysia Mahathir bin Mohamad aperti rimproveri agli americani (swiss-image) Sebastian Derungs

Il Forum economico mondiale di Davos è spesso stato in passato un momento di celebrazione per i successi americani.

Quest’anno sulle montagne svizzere spira invece un vento d’insofferenza per l’atteggiamento di Washington nella sua lotta senza quartiere al terrorismo.

Venerdì il gelo di Davos si è cristallizzato attorno alla presenza al Forum del ministro della giustizia americano John Ashcroft.

Subito dopo il discorso dell’ospite americano, l’ex presidente della Svizzera Adolf Ogi ha confidato a swissinfo che parecchi partecipanti a Davos sono seriamente preoccupati per l’atteggiamento di Washington.

“Se dovesse scoppiare una guerra in Iraq, ha sottolineato Ogi, non avremmo problemi soltanto in quella regione, ma in tutto il mondo. I dirigenti economici qui presenti sono coscienti di questo rischio”.

Inquietudine

Kenneth Roth, il direttore dell’organizzazione umanitaria americana Human Rights Watch, non ha mai sentito tanta diffidenza nei confronti degli Stati Uniti al Forum di Davos. Per lui, l’attenzione questa volta non è rivolta all’economia”.

“I principali argomenti ruotano attorno alla possibile guerra in Iraq e alla lotta contro il terrorismo. C’è molta preoccupazione per il modo con cui Washington affronta questi due problemi. Spero che i rappresentanti del governo americano non restino insensibili”.

Ashcroft ha dal canto suo difeso la politica americana, affermando che “le iniziative di Washington contribuiranno a garantire la libertà in tutto il mondo”.

I sentimenti antiamericani sono cresciuti di tono con l’ammonimento del primo ministro della Malaisia. Secondo Mahathir bin Mohamad, “i tentativi americani di terrorizzare i terroristi condurranno a un lungo periodo caratterizzato da odio, vendetta e avidità”.

Mahatir, conosciuto per non aver peli sulla lingua, ha ricordato che gli autori di attentati suicida come quelli che hanno colpito gli Stati Uniti l’11 settembre non agiscono certo per il loro piacere, ma perché mossi dalla povertà e dalla disperazione.

Le osservazioni di Mahathir, davanti ai membri del Forum per le organizzazioni non governative, hanno fatto seguito all’esortazione del presidente svizzero Pascal Couchepin, affinché gli Usa non agiscano unilateralmente con una guerra contro l’Iraq.

Entrambi sono stati applauditi dai circa 2000 dirigenti, rappresentanti di organizzazioni non governative e membri di governi.

L’economia americana è in difficoltà

Il sentimento antiamericano che soffia sul Forum quest’anno è piuttosto inabituale, alla luce della storia di questa istituzione e visto l’alto numero di partecipanti nordamericani.

Il Forum di Davos è sempre stato un luogo privilegiato per tessere le lodi dell’imprenditorialità e della filosofia commerciale americana. “Quest’anno, però, l’economia americana è in difficoltà ed è stata scossa da grossi scandali come quelli di Enron e WorldCom”, sottolinea Roth.

swissinfo, Jacob Greber inviato speciale a Davos
(traduzione e adattamento: Mariano Masserini)

Mai come quest’anno gli Stati Uniti sono al centro dell’attenzione dei partecipanti al Forum di Davos.

Non per i loro successi economici, ma per la loro intenzione di scatenare una guerra anche senza il consenso della comunità internazionale.

Numerosi partecipanti si dicono preoccupati.

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