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Wannacry: rallenta il contagio informatico, ma si resta sul chi vive

L’attacco informatico noto come "Wannacry", che ha colpito anche l'Asia e (marginalmente) la Svizzera, si è esteso lunedì a migliaia di computer. La propagazione, prevedibile a causa dell’inizio della settimana lavorativa, è stata relativamente contenuta. Il rischio di un nuovo episodio su vasta scala è tuttavia sempre presente.  

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Wannacry ha fatto almeno 200’000 vittime, principalmente imprese, in 150 paesi. Benché sia stato più aggressivo in Europa, anche in Asia si sono registrati diversi casi.

Nel più grande Istituto oncologico indonesiano i pazienti non possono ricevere le cure e i trattamenti necessari. “L’80% dei nostri sistemi è online – ha detto il direttore dell’ospedale. Non possiamo connetterci a internet e nemmeno accedere ai dati dei pazienti”.

In Cina la stampa indica che ad essere infettate sono state in particolare le università e le scuole del paese. In Corea del Sud è stato colpito un importante cinema e il contagio ha raggiunto migliaia di computer anche in Giappone.

La Svizzera è stata solamente sfiorata. La centrale federale d’annuncio e d’analisi per la sicurezza dell’informazione (Melani) ha registrato solo circa 200 indirizzi IP elvetici interessati dall’attacco, ha indicato il direttore Pascal Lamia.

I rischi rimangono

“Il numero di vittime non sembrerebbe essere aumentato e la situazione in Europa è stabile”, ha fatto sapere lunedì l’Europol. La National Crime Agency britannica però mette in guardia e benché non abbia registrato nessun nuovo picco di propagazione di Wannacray, non esclude un altro evento su larga scala.

Nonostante la vastità dell’attacco, alcuni esperti ritengono che dal punto di vista finanziario non sia stato molto redditizio per i suoi artefici. L’agenzia di sicurezza informatica Digital Shadow ha fatto sapere che l’ammontare di denaro versato in totale per i riscatti chiesti da Wannacry ammontava domenica a 32’000 dollari.    

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