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Attentato a Rafic Hariri: niente esperti elvetici

Un ritratto di Rafic Hariri sulla sua tomba Keystone

La Svizzera ha risposto negativamente alla richiesta libanese di mandare degli specialisti per aiutare a far luce sull’assassinio dell’ex premier.

La Confederazione interverrà solo se sarà sollecitata dall’ONU; le autorità libanesi si dicono «scioccate».

La Svizzera non invierà alcun esperto in Libano per collaborare con le autorità locali che indagano sull’uccisione dell’ex premier libasese Rafic Hariri.

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) si è però detto pronto a mettere a disposizione della commissione dell’ONU alcuni specialisti per l’inchiesta.

Berna interverrà solo su richiesta dell’ONU

Berna ha reso noto di aver comunicato questa posizione sia alle autorità libanesi che al segretariato generale dell’ONU.

«Tenuto conto della missione in Libano delle Nazioni Unite e della cooperazione che le autorità libanesi hanno intenzione di fornire, il DFAE considera che potrà rispondere favorevolmente alla richiesta del Governo di Beirut solo nel quadro determinato dall’ONU», si legge nella presa di posizione del Dipartimento degli esteri elvetico.

Autorità libanesi «scioccate”

Da Beirut, il portavoce della presidenza della Repubblica libanese, Rafic Chlala, si è detto «scioccato» dalla risposta delle autorità elvetiche.

«Desideriamo veramente che la Svizzera, un paese amico, sia al nostro fianco per far luce su questo evento che ha scosso il paese», ha dichiarato.

Per Chlala non tutto è però perduto: «Dobbiamo ora conoscere le ragioni di questo rifiuto; forse vi è ancora una possibilità per poter approfittare delle competenze della Svizzera».

«Lo Stato libanese ha voluto chiedere alla Svizzera, in qualità di paese neutrale, di porre fine a questa ambiguità che fa così tanti danni sul piano locale», ha aggiunto, alludendo alle accuse rivolte ai servizi segreti libanesi e alla Siria, implicati nell’attentato, secondo parte dell’opinione pubblica.

Commissione ONU al lavoro

Il Libano aveva inoltrato una richiesta d’assistenza alla Svizzera lo scorso 18 febbraio tramite l’ambasciatore elvetico a Beirut Thomas Litscher.

In particolare, le autorità del paese dei cedri avevano sollecitato l’invio di esperti in esplosivi e analisi del DNA per far luce sull’attentato che il 14 febbraio aveva ucciso nella capitale Rafic Hariri.

Nel frattempo le Nazioni Unite hanno inviato una commissione d’indagine guidata dall’irlandese Peter Fitzgerald, comprendente esperti in medicina legale. Il gruppo ha iniziato venerdì i suoi lavori.

Beirut ha promesso che collaborerà, precisando tuttavia che si considera «responsabile» delle indagini.

swissinfo e agenzie

L’ex primo ministro libanese è stato ucciso il 14 febbraio 2005 in un attentato costato la vita ad almeno 17 altre persone.
Da 12 anni Hariri era al centro della vita politica libanese.
Da alcuni è considerato l’eroe che ha permesso la ricostruzione economica del paese, da altri colui che l’ha affossato sotto una montagna di debiti (circa 35 miliardi di dollari).
Rafic Hariri si è dimesso dall’incarico di premier il 20 ottobre 2004, dopo che il parlamento ha accettato di prolungare di tre anni il mandato del presidente filosiriano Emile Lahud.

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