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Avanza il cantiere della riforma fiscale

Pagare un caffè significa far confluire il 7,6% del montante nelle casse dello Stato : è l'IVA Keystone

Un sistema fiscale più trasparente per mantenere l'attrattività della piazza economica svizzera: le riforme devono cominciare dall'imposta sul valore aggiunto (IVA).

Un rapporto appena pubblicato chiede una revisione totale di questa importante fonte di entrate dello Stato.

Non ci potrà essere un tasso IVA “ideale”, ma solo “ottimale”. Questa la conclusione alla quale giunge l’esperto fiscale Peter Spori, incaricato lo scorso novembre dal ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz di esaminare le possibilità e le necessità di una revisione dell’imposta sul valore aggiunto.

Nel rapporto presentato martedì a Berna, Spori sottolinea la necessità e l’urgenza di una revisione totale della principale fonte d’entrata fiscale dello Stato.

Spori e il suo gruppo di esperti propongono in particolare di eliminare le attuali “eccezioni” che rendono le normative sull’IVA eterogenee e complesse. Tassi d’imposizione particolari sono ad esempio in uso nel settore sanitario e sociale, in quello dell’educazione, della cultura e dello sport.

Cancellando queste eccezioni sarebbe possibile aumentare gli introiti per lo Stato di 1,2 miliardi di franchi.

D’altro canto, il rapporto sconsiglia un’omogeneizzazione totale. Spori ritiene ad esempio problematica l’idea di applicare un’IVA ai servizi bancari e assicurativi.

economiesuisse, l’associazione degli imprenditori elvetici, ha accolto con favore il rapporto Spori. Soddisfatta anche l’Unione svizzera di arti e mestieri (USAM) che chiede però di prendere maggiormente in considerazione le esigenze delle piccole e medie imprese. L’USAM ritiene che le proposte contenute nel rapporto siano una condizione necessaria, ma non ancora sufficiente, per arrivare ad una radicale semplificazione del sistema IVA.

Semplificazione possibile

Spori e i suoi esperti sono convinti che una revisione totale della legge sull’IVA permetterebbe di semplificare quest’imposta, di orientarla meglio verso l’imposizione del consumo, di renderla meno esigente dal punto di vista formale, garantendo meglio la protezione dei contribuenti.

Tutte le raccomandazioni del rapporto si basano su una valutazione tecnica, ma non su un apprezzamento politico. Per questo fatto l’esperto non si è pronunciato sui tassi da prendere in considerazione.

Tasso unico?

In un primo tempo, il ministro delle finanze Merz desiderava limitarsi a un progetto “light” che avrebbe introdotto un tasso IVA unico tra il 5% e il 6% e la soppressione delle esenzioni. Tuttavia “più ci si dedica al dossier e più ci si accorge che non è una passeggiata”, aveva dichiarato alla stampa in febbraio.

Per quanto riguarda il tasso unico, Peter Spori giunge alla conclusione che lo stesso semplificherebbe l’IVA, sebbene “un modello con due aliquote non costituirebbe necessariamente un errore”.

Spori ha per contro proposto di trattare il pacchetto di riforme in modo modulare, così da evitare che l’applicazione delle misure sulle quali tutti sono d’accordo venga rallentata dai punti controversi. Anche economiesuisse e USAM condividono questo approccio e ritengono sia necessario separare i temi caldi – tasso unico e soppressione delle eccezioni – dagli altri.

Base decisionale

Il rapporto costituisce una base decisionale importante per l’elaborazione da parte dell’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) di un progetto che dovrebbe essere posto in consultazione entro la fine dell’anno.

La riforma dell’IVA è uno dei dossier più importanti del Dipartimento federale delle finanze (DFF). Essa mira a semplificare radicalmente il sistema nell’intento di avvicinarlo a “un’IVA ideale”.

swissinfo e agenzie

Tasso normale dell’IVA: 7,6%
Tasso applicato ai beni di prima necessità: 2,4%
Tasso per il settore alberghiero: 3,6%
L’IVA, introdotta nel 1995, è una delle principali entrate della Confederazione.
Nell’Unione europea, il tasso normale è attorno al 15%.

L’IVA è un’imposta sul consumo con tre diversi tassi d’imposizione e ben 25 eccezioni. Tra i settori non assoggettati figurano le ditte con una cifra d’affari inferiore a 75’000 franchi e i prodotti di agricoltori e orticoltori. Questa situazione genera una costosa burocrazia supplementare, con l’intervento di decine di ispettori fiscali.

Per sfoltire l’attuale giungla dell’IVA, il governo svizzero ha deciso di procedere a una revisione che consenta di introdurre un tasso unico d’imposizione e di sopprimere le eccezioni.

Alla fine del 2006, il governo dovrebbe proporre una riforma sulla base di un rapporto fornito dall’Amministrazione federale delle finanze. In seguito inizierà la procedura di consultazione presso le organizzazioni interessate e poi il dossier approderà in parlamento, per la discussione finale.

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