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Berna sostiene le vittime di Srebrenica e Zepa

Nancy Fichter, antropologa alla Michigan State University mentre sta esimando i resti di alcune delle 4.150 vittime non identificate dei massacri di Srebrenica depositati in un obitorio di Tuzla Keystone

Il Movimento delle madri di Srebrenica ha ottenuto il sostegno finanziario svizzero per identificare le vittime della guerra in Bosnia. Due rappresentanti dell'organizzazione ricevute mercoledì dalla consigliera nazionale Vreni Müller-Hemmi.

Cinque anni dopo il massacro nelle enclavi di Srebrenica e Zepa, solo 73 delle 5.300 vittime estratte dalle fosse comuni sono state identificate. Mancano infatti i mezzi che permetterebbero di effettuare analisi del DNA. La Svizzera ha offerto 100.000 franchi per questo progetto che è realizzato sotto la responsabilità del senatore americano Bob Dole.

«Noi siamo le sopravvissute dell’Olocausto di Srebrenica e i responsabili del massacro sono sempre al potere» ha dichiarato Munira Subasic, rappresentante dell’associazione delle madri nel corso di una conferenza stampa a Berna.

Le due rappresentanti dell’associazione, ricevute lunedì anche dalla Società per i popoli minacciati e dalla Società Svizzera-Bosnia Erzegovina, hanno parlato dei problemi psicologici e degli stupri che l’accordo di Dayton non ha fermato.

Le loro previsioni per il futuro sono pessimistiche dopo la recente vittoria del Partito democratico serbo alle elezioni. «Non abbiamo più domicilio. I serbi reclamano la restituzione delle case nelle quali abbiamo vissuto e il ritorno a Srebrenica non è più possibile».

«Una vita in pace è ancora un’utopia in questa regione», ha sottolineato la consigliera nazionale socialista Müller-Hemmei, nel corso di una conferenza stampa a Berna. Migliaia di donne e bambini si ritrovano senza un rifugio e senza sostegno sociale. «Circa 400 donne di questa regione sono ancora in Svizzera. Il loro rimpatrio non è pensabile» ha dichiarato la socialista Ruth-Gaby Vermot-Mangold. Berna deve verificare se l’aiuto alla Bosnia ha portato reali progressi sul terreno, ha aggiunto Müller-Hemmei.

Le donne bosniache hanno discusso di questo tema mercoledì pomeriggio in un incontro con il consigliere federale Joseph Deiss.

swissinfo e agenzie

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