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Bernard Bertossa critico circa la giustizia svizzera

Bernard Bertossa, all'uscita del Tribunale penale federale di Bellinzona Keystone

Il giudice, in occasione della partenza dopo quattro anni presso il Tribunale penale federale, stila un bilancio in un'intervista pubblicata dal «Tages-Anzeiger». Il magistrato non risparmia rimproveri al sistema giudiziario elvetico, segnatamente in relazione alla lotta contro il terrorismo.

Bertossa ha pure espresso perplessità sull’operato del ministro di giustizia uscente Christoph Blocher.

Le leggi svizzere non sono abbastanza efficaci per individuare le attività terroristiche in Svizzera: è questa la valutazione espressa dal giudice del Tribunale penale federale (TPF) Bernard Bertossa, a pochi giorni dal suo pensionamento. In un’intervista pubblicata sabato dal «Tages-Anzeiger», il magistrato ha affermato che la legislazione attuale è insufficiente.

Bertossa non critica soltanto le disposizioni legali, ma anche le autorità. A suo parere, la giustizia è molto più efficace contro i cosiddetti pesci piccoli rispetto ai criminali economici. A titolo di esempio, aggiunge, non è stata sporta quasi nessuna denuncia contro il riciclaggio di denaro.

Sistema lacunoso

Bertossa non è tenero nei confronti del ministero pubblico della Confederazione, sottolineando che la qualità degli atti d’accusa non è sempre conforme alle esigenze, e questo vanifica gli sforzi dell’autorità giudiziaria.

Il ginevrino ha presieduto due processi legati ad Al Qaida. Nel primo – ha ricordato a titolo d’esempio il magistrato – il ministero pubblico non è però riuscito a presentare prove convincenti circa l’appartenenza dell’imputato a un’organizzazione criminale.

In generale, osserva Bertossa, per combattere efficacemente il terrorismo è necessario migliorare la collaborazione giudiziaria, poiché la legislazione attuale non basta. Oggigiorno, però, queste cooperazioni risultano spesso troppo macchinose.

Inoltre, rileva Bertossa, il TPF ha spesso dovuto chinarsi su casi che avrebbero potuto e dovuto essere liquidati dai cantoni.

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Blocher criticato

Secondo l’ormai ex giudice, pure il ministro di giustizia uscente Christoph Blocher ha commesso diversi errori. Egli avrebbe infatti creato un ambiente di lavoro all’origine di situazioni di insicurezza e disordine.

«Constato semplicemente che i metodi di questa persona hanno causato il deterioramente del clima in seno al ministero pubblico, alla polizia federale e all’ufficio federale di giustizia», ha detto Bertossa. Secondo lui, è «inammissibile che un ministro della giustizia si permetta di contestare i verdetti che non condivide. In una democrazia, sono i tribunali che interpretano le leggi e non i ministri».

Scambio proficuo

Bertossa giudica comunque positivamente gli anni trascorsi in seno al TPF di Bellinzona (canton Ticino), sottolineando che quest’opportunità professionale gli ha permesso di contribuire alla creazione di una nuova giurisprudenza.

Dal profilo umano l’esperienza è stata proficua, poiché ha costituito l’occasione per imparare a operare collegialmente con giudici provenienti dalle altre regioni della Svizzera.

swissinfo e agenzie

Bernard Bertossa è nato a Ginevra nel 1942. Dopo aver ottenuto la laurea in diritto nel 1968, lavora presso studi d’avvocatura privati e in seguito per il tribunale ginevrino. Eletto procuratore generale del cantone, si è battuto – unitamente a numerosi colleghi europei – al fine di ottenere i mezzi giuridici necessari per lottare contro la criminalità internazionale, segnatamente quella finanziaria.

Dopo le sue dimissioni, nel 2002, ha operato in qualità di esperto nell’ambito di procedure giudizarie. Nel 2003, l’Assemblea federale l’ha eletto giudicie presso il Tribunale penale federale di Bellizona (Ticino).

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