Borsa svizzera: chiusura in calo, SMI -0,84%
La Borsa svizzera ha chiuso in calo concludendo una settimana altalenante. Al termine delle contrattazioni, l'indice dei titoli guida SMI si è attestato a -0,84% a 12'634.30 punti.
(Keystone-ATS) A dominare la scena economica elvetica è stato l’annuncio da parte del Consiglio federale di aver finalmente raggiunto un accordo doganale con il governo Trump che comporta un abbassamento dei dazi doganali dall’attuale 39% al 15%. L’intesa rappresenta un sollievo significativo per l’economia elvetica, particolarmente esposta al mercato statunitense.
Questo accordo segue mesi di tensioni provocate dall’imposizione di dazi da parte dell’amministrazione Trump nell’agosto 2025, motivati da un deficit commerciale USA-Svizzera di oltre 55 miliardi di dollari nei primi sette mesi dell’anno.
L’annuncio non ha tuttavia avuto grandi ripercussioni sui listini di Zurigo, che si sono limitati a contenere parzialmente le perdite. Questo andamento riflette un contesto misto: da un lato, l’annuncio dell’accordo ha contenuto le perdite rispetto a un potenziale -1,5% intraday, fungendo da “barlume di luce” in un panorama dominato da preoccupazioni macroeconomiche globali. D’altro canto fattori come le incertezze sui tassi della Fed USA (post-shutdown governativo), l’inflazione persistente e un franco forte hanno prevalso, spingendo gli investitori alla cautela.
L’impatto dell’accordo si è visto in modo selettivo sui singoli titoli: ha favorito un recupero limitato nei settori più esposti all’export verso gli USA (come lusso e macchinari), ma non ha evitato il rosso generalizzato.
Sul mercato interno a trainare i listini è stata unicamente Richemont (+5,85%, a 170,95 franchi): il gruppo del lusso, specializzato in gioielli e orologi, ha registrato una crescita più robusta nel secondo trimestre rispetto al periodo precedente. Inoltre, con una quota di export negli USA di circa il 20%, si trova a beneficiare direttamente della riduzione dazi, che allinea la Svizzera all’UE. Positiva anche ABB (+0,46%, a 56,42 franchi).
Tutti gli altri titoli sono rimasti in zona perdite. Profondo rosso per Swiss Re (-5,36%, a 145,55 franchi), che nei risultati dei primi 9 mesi segnala il mancato raggiungimento dell’obiettivo di profitto nella divisione Life & Health a causa di sinistri più alti del previsto. Molto male anche Amrize (-3,40%, a 38,68 franchi) e Holcim (-2,30%, a 71,46 franchi) – che hanno sofferto del contesto generale di incertezza negli USA – e Alcon (-1,88%, a 61,70 franchi). Quest’ultima fa le spese di un settore, quello dell’eye-care, confrontato con una domanda molto fluttuante.
Nel mercato allargato sprofonda Sonova (-7.10%, a 202,70 franchi ). Il gruppo svizzero specializzato in soluzioni acustiche ha registrato un utile netto in flessione del 9,2%, a 192,3 milioni di franchi, nei primi sei mesi dell’esercizio. Pur avendo confermato gli obiettivi ha mancato il consensus.