Borsa svizzera chiude positiva, SMI +0,93%
(Keystone-ATS) La Borsa svizzera ha chiuso in territorio positivo, con l’indice SMI dei titoli guida in progresso dello 0,93% a quota 8’653.35, mentre l’indice complessivo SPI è avanzato dello 0,83% a 8’838.66 punti.
In giornata vi è stata una raffica di dati economici americani, tra cui quelli relativi all’inflazione e ai sussidi di disoccupazione, che rafforzano le attese di un rinvio della stretta monetaria da parte della Fed.
I listini sono stati sostenuti dai pesi massimi difensivi: fra i farmaceutici Novartis è salita dell’1,20% (a 88.50 franchi) e Roche dello 0,71% (a 253.80 franchi). Bene anche la società biotecnologica Actelion (+3,11% a 119.50 franchi), così come il colosso dell’alimentare Nestlé (+1,08% a 75.15 franchi), che domani presenterà i risultati trimestrali.
Di segno più pure i bancari, seppur con qualche incertezza dopo i deludenti risultati di Goldman Sachs e quelli invece rallegranti di Citigroup: Credit Suisse ha allungato il passo dello 0,97% (a 23.88 franchi), UBS dell’1,12% (a 18.92 franchi) e Julius Bär dell’1,61% (a 46.15 franchi).
Ha invece fatto acqua, nel segmento del lusso, Richemont (-0,73% a 81.80 franchi), mentre Swatch è rimasta incollata sulle quotazioni di ieri (a 393.70 franchi).
Syngenta, partita in picchiata dopo aver annunciato un calo dell’11% del giro d’affari su nove mesi, ha recuperato terreno con il passare delle ore e ha chiuso in progressione dell’1,68% (a 303.20 franchi). La diminuzione del fatturato del gruppo agrochimico è da mettere in relazione al difficile contesto del mercato sudamericano e al deprezzamento di diverse valute nei confronti del dollaro.
Poco brillante ABB (-0,06% a 17.65 franchi), così come la volatile Transocean (-0,33% a 14.92 franchi), che continua a risentire delle variazioni del prezzo del petrolio.
Sul mercato allargato il gruppo industriale zurighese Sulzer, che ha registrato un calo dell’1,4% delle nuove commesse nei primi nove mesi dell’anno, ha perso l’1,68% (a 99.50 franchi). In flessione (-3,86%% a 61.00 franchi) anche DKSH, che ha abbassato le sue stime per l’esercizio 2015. Zehnder, che ha annunciato un piano di riacquisto di azioni proprie, è invece progredita dell’1,21% (a 33.50 franchi).