Borsa svizzera: giornata negativa, SMI -1.26%
(Keystone-ATS) Dopo una robusta partenza, in apertura guadagnava già quasi lo 0.44%, l’SMI – l’indice principale della Borsa svizzera – si è ulteriormente rafforzato, giungendo a un picco di +0.74% poco dopo le 10.00. Da qual momento ha però progressivamente azzerato i guadagni.
L’SMI ha poi valicato la linea della parità verso le 15.00. L’apertura negativa di Wall Street, alle 15.30, non ha certo aiutato a ritrovare slancio: il Dow Jones ha iniziato le contrattazioni in calo dello 0.82% a 33’761.52 punti, sulla dei deludenti indici macroeconomici statunitensi usciti nel pomeriggio. Al gong finale l’SMI cedeva così l’1.26% a 11’933.28. Un andamento analogo lo ha fatto segnare il listino completo l’SPI, che ha ceduto l’1.38% a 15’327.46 punti.
Al centro dell’attenzione degli investitori oggi c’erano USB e Novartis, che hanno presentato i risultati trimestrali. Per entrambi i risultati hanno soddisfatto le attese degli analisti. Il titolo del numero uno bancario elvetico ha così chiuso la giornata guadagnando lo 0.09% (a 16.255 franchi), l’azione della multinazionale basilese è invece salita dello 0.36% (a 86.23 franchi).
Ha sostenuto il mercato anche Holcim, che ha chiuso la giornata con un guadagno dello 0.29%, a 48.42 franchi. Secondo un articolo pubblicato oggi da Bloomberg, che cita fonti ben informate, il gigante del cemento starebbe per vendere la sua controllata indiana Ambuja Cements al miliardario indiano Gautam Adani. I colloqui sarebbero già a buon punto.
Bene anche Swiss RE (+1.34% a 79.96 franchi) e Swisscom (+0.32% a 562.80 franchi), che giovedì presenta i risultati trimestrali.
Questi andamenti positivi non sono però stati sufficienti allo SMI per chiudere la giornata borsistica con un segno “più”. Inutili anche i dati da record del commercio estero svizzero annunciati stamane dall’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC).
Che la situazione resta incerta lo hanno confermato i dati sui fallimenti aziendali, risultati in forte aumento in Svizzera nei primi tre mesi dell’anno: le ditte che hanno dovuto chiudere per insolvenza sono state 1190, il 18% in più dello stesso periodo del 2021. Nel contempo si è assistito a una flessione sul fronte delle nascite di nuove imprese.
Tornando allo SMI, l’indice è stato trascinato al ribasso soprattutto da Swiss Life (-4.07% a 570.80 franchi), Partners Group (-3.48% a 1’039.00 franchi), Alcon (-3.03% a 71.66 franchi), Geberit (-2.27% a 541.60 franchi), Lonza (-2.20% a 579.00 franchi), Roche (-2.13% a 356.55 franchi) e Givaudan (-2.02% a 3’788.00 franchi).
Chiuduno pure in territorio negativo CS Group (-1.87% a 6.60 franchi), Nestlé (-1.70% a 123.72 franchi), Logitech (-1.61% a 62.40 franchi), SGS (-1.59% a 2’480.00 franchi), Sika (-1.37% a 295.40 franchi), ABB (-1.20% a 28.90 franchi), Richemont (-1.14% a 108.85 franchi) e Zurich Insurance (-0.89% a 432.80 franchi).
Sul mercato allargato va segnalata la perdita del 3,21% (a 268.70 franchi) di Kühne+Nagel: il colosso della logistica ha pubblicato oggi dati trimestrali superiori alle attese, ma le incertezze sulle catene d’approvvigionamento hanno penalizzato il titolo. Il fatturato del gruppo è aumentato di ben il 68% a 10,16 miliardi di franchi, l’utile lordo del 46% a 2,94 miliardi, mentre quello operativo è passato da 431 milioni a 1,12 miliardi.