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Brasile, fra pochi ricchi e tanti poveri

Keystone

Prima di recarsi al Forum di Porto Alegre la delegazione svizzera ha trascorso alcuni giorni a São Paulo, l'apice delle contraddizioni brasiliane.

“Il processo di ricolonizzazione del Brasile è in atto.” Plinio de Arruda Sampaio non ha dubbi: da quando è arrivato al potere, sette anni fa, il presidente Fernando Henrique Cardoso ha fatto solo danni alla società brasiliana.

Cardoso si sarebbe infatti sottomesso alla “nuova ortodossia mondiale”, il neoliberalismo, che consiste nell’aprire il Paese ai capitali esteri che in seguito acquistano le maggiori imprese nazionali. “In tal modo abbiamo paralizzato la costruzione del Brasile, la crescita economica è diminuita mentre sono aumentati la disoccupazione e la violenza”, afferma de Arruda Sampaio.

Una lezione sul Brasile

Plinio de Arruda Sampaio è un uomo magro e vivace, sulla settantina; è un intellettuale e economista fra i più conosciuti in Brasile. Membro del Partito del lavoro è stato a più riprese deputato nel Parlamento federale. Nel 1964, in seguito al colpo di Stato militare, è stato costretto ad andare in esilio, in Francia, dove è rimasto per quasi 20 anni.

Grande conoscitore della società, economia e politica brasiliane ha incontrato a São Paulo – che con oltre 20 milioni di abitanti è la seconda metropoli mondiale – la delegazione svizzera che partecipa al Forum sociale mondiale di Porto Alegre. Con grande abilità didattica de Arruda Sampaio ha brevemente illustrato agli svizzeri la storia del suo Paese soffermandosi in particolare sui problemi attuali.

Il più alto indice di disuguaglianza al mondo

Il Brasile non è un paese povero. São Paulo, ad esempio, è una vera e propria giungla di grattacieli il cui livello di realizzazione architettonica non ha niente da invidiare alle metropoli americane. Ovunque si vedono vetture di lusso, negozi con firme prestigiose, ristoranti alla moda. Ciononostante in questo Paese di circa 170 milioni di abitanti oltre 50 milioni di persone, pari quindi a un terzo della popolazione, vive con 2,7 real al giorno (circa 2 franchi svizzeri).

Non a caso l’indice di disuguaglianza del Brasile, ossia il livello di disparità fra ricchi e poveri, è il più alto del mondo. Il debito estero ammonta a 236 miliardi di dollari. Il settore pubblico è sempre di più in pericolo. “Cardoso ha distrutto la morale degli impiegati statali”, sostiene de Arruda Sempaio.

Cardoso, una figura enigmatica

Il giudizio sul presidente Cardoso può apparire bizzarro. Ricordiamo infatti che negli anni settanta e ottanta Cardoso era un celebre studioso delle relazioni internazionali; la sua teoria sulla “dipendenza” dei Paesi del Sud era molto di moda presso dei movimenti che negli Stati occidentali cercavano di difendere gli interessi del Terzo mondo.

Molti speravano che con il suo arrivo al potere in Brasile, sette anni fa, l’intera America latina potesse entrare in una nuova epoca. Ma così non è stato. “Questo personaggio è un vero e proprio enigma”, afferma de Arruda Sampaio, lui stesso amico di Cardoso per molti anni. “Quando ha preso il potere come se tutto d’un tratto avesse dimenticato le sue teorie di una volta”, aggiunge.

Il Movimento dei Senza Tetto

La situazione di disagio socioeconomico e l’impoverimento della parte più debole della popolazione brasiliana ha causato la nascita di diversi “movimenti popolari”. “Sono la vera opposizione in questo Paese”, osserva de Arruda Sampaio. La delegazione svizzera ha potuto visitare uno di questi movimenti, il Movimento dei Senza Tetto, nella periferia di São Paulo.

Una settantina di famiglie, oltre 400 persone, vive in una fabbrica abbandonata che è stata “occupata” un paio di mesi or sono. Malgrado l’evidente precarietà della sua condizione la gente qui non dispera: tutti i bambini frequentano la scuola e per loro vengono organizzate diverse attività collaterali come la danza, il teatro, la pittura.

Nenad Stojanovic, São Paulo (Brasile)

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