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vaccinazioni

Oggi in Svizzera

Care espatriate e cari espatriati,

non so se vi trovate in Italia, Francia e Grecia, dove è già prescritto il green pass per entrare in bar, ristoranti, cinema e palestre. Ma qui da noi lo dovremo esibire ai responsabili di questi locali da lunedì prossimo per potervi accedere.

In Svizzera la decisione odierna del governo – e non poteva essere diversamente – sta facendo discutere molto: è una lesione delle nostre libertà individuali o una misura indispensabile per scongiurare nuovi confinamenti che peserebbero sui nostri futuri movimenti?

Mentre ragionate su questo quesito potete informarvi anche sulle altre notizie di oggi dalla nostra beneamata Confederazione,

buona lettura.   

vaccinazioni
Keystone / Jean-christophe Bott

Come era ampiamente previsto il governo federale ha deciso nella sua seduta odierna di estendere da lunedì l’obbligo del certificato Covid a bar, ristoranti e a tutte le attività ricreative, sportive e culturali che si svolgono al chiuso, per tutte le persone con più di 15 anni.

Per Berna la situazione precaria negli ospedali, dove i reparti di cure intense sono ai limiti delle loro capacità, e la quota relativamente bassa dei vaccinati rendono necessario adottare questa misura per prevenire una nuova ondata di contagi con l’approssimarsi della stagione fredda.

La prescrizione del green pass, che scadrà il 24 gennaio 2022 (a meno che l’evoluzione sanitaria ne consenta la revoca anticipata), consente di evitare future chiusure di attività economiche, secondo quanto ha affermato il Consiglio federale.  

Restano esclusi dal provvedimento le funzioni religiose e le manifestazioni politiche con non più di 50 partecipanti, trasporti pubblici, servizi alla persona (parrucchieri), offerte terapeutiche. Non vi è un obbligo generale sui luoghi di lavoro e di formazione ma i datori di lavoro potranno, entro certi limiti, verificare il possesso del green pass da parte dei loro dipendenti.   

hotel
© Keystone / Christian Beutler

Non siamo ancora completamente usciti dalla crisi provocata dalla pandemia ma gli albergatori non riescono a trovare personale sufficiente per portare avanti a pieno regime la loro attività.

La carenza di manodopera è catastrofica per gli albergatori, abbiamo tra il 20% e il 30% in meno di apprendisti rispetto agli anni precedenti”, ha affermato Alain Becker, direttore dell’associazione romanda di questo settore.

Una situazione che è a prima vista difficilmente comprensibile, alla luce del tasso doppio di disoccupazione in questo ramo (5,4% in agosto) rispetto alla media nazionale (2,7%).

Per gli albergatori la chiusura ha spinto molti dipendenti verso altre occupazioni, in particolare nella sanità e nel commercio. Inoltre, orari irregolari, incertezza e altre peculiarità della professione hanno disincentivato molti collaboratori. Si cercano soluzioni ma non si prevede di aumentare i salari, visti i margini ridotti, secondo quanto dicono gli operatori del settore.   

limite velocità
© Keystone / Jean-christophe Bott

Losanna è la prima città elvetica a introdurre il limite generale di velocità di 30 km/h di notte allo scopo di abbattere l’inquinamento acustico e garantire sonni tranquilli ai suoi abitanti.

Per sette settimane, a partire da lunedì, il provvedimento varrà tra le 22 e le 6 di mattina su una sessantina di chilometri della rete urbana (solo nella quindicina di strade principali si potrà continuare a viaggiare fino a 50 km/h). In una cinquantina di incroci i semafori lampeggeranno per rendere più fluido il traffico.

I test effettuati nel 2017 hanno dimostrato che la riduzione di velocità consente di ridurre il livello medio delle emissioni sonore dei veicoli da due a tre decibel – dimezzando quelle percepite – e dell’80% i picchi provocati dalle fastidiose accelerazioni dei veicoli.

Il costo dell’operazione, che si appresta ad essere emulata da altre città svizzere, si aggira sui 300’000 franchi, essenzialmente attribuibili alla posa di 600 cartelli indicatori su 120 strade.

suicidio assistito
Kaoru Uda / swissinfo.ch

Da ultimo vi vogliamo raccontare una toccante storia, che non è legata alla stretta attualità ma che attiene ai concetti condivisi della vita e della morte e che secondo noi merita almeno una breve riflessione.

È quella di Yoshi, cittadino giapponese di poco più di 45 anni, affetto da una malattia neurologica degenerativa irreversibile, giunto a inizio estate a Basilea per porre fine alle sue sofferenze e che swissinfo.ch ha seguito negli ultimi istanti della sua esistenza.

Nel suo paese il suicidio assistito non è consentito ma le atroci sofferenze fisiche provocate dalla SLA, che si sono accentuate nelle sue ultime settimane, hanno convinto Yoshi ad accelerare le pratiche per l’ultimo suo viaggio.   

Accompagnato dai genitori e preso a carico dai medici di un’associazione riconosciuta in questo ambito, Yoshi ha voluto spiegare i motivi che lo hanno portato a questa difficile decisione.   

  • L’articolo delle colleghe Kaoru Uda ed Ester Unterfinger su questa vicenda umana.
  • Perché l’aiuto al suicidio assistito è “normale” in Svizzera? Lo spiega la collega Sibilla Bondolfi.
  • Il quadro legaleCollegamento esterno in Svizzera su questa problematica dal sito della Confederazione.

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