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Bruno Ganz la star modesta di Soletta

Anche a Soletta Bruno Ganz è stato, suo malgrado, al centro dell'attenzione dei media Keystone

Bruno Ganz ama il mestiere di attore. Continua ad imparare dai ruoli che recita in teatro e gli piace quando si gira un film.

La parte che trova più noiosa del cinema è la promozione di un film e le pubbliche relazioni. Specialmente per un personaggio come Hitler.

Bruno Ganz emana di persona la stessa malinconica intensità che lo contraddistingue come attore. È ospite d’onore alle Giornate del cinema di Soletta, e così tanti giornalisti volevano intervistarlo che alla fine si è dovuta organizzare una conferenza stampa.

L’attore, che si espone di fronte al pubblico in teatro e attraverso la telecamera vive le sue più intime emozioni, è un po’ a disagio di fronte alla piccola folla di giornalisti. Non che li tema. Ma si sente che ha già dovuto rispondere alle stesse domande moltissime volte.

Parlare con gli occhi

Forse non ama troppo parlare e forse proprio per questo ha fatto un mestiere in cui la parola conta molto. Molti attori sono dei timidi di natura, che si mettono nei panni di altri proprio per superare la propria timidezza.

Ma con gli occhi Bruno Ganz sa dire molto. Infatti Jonathan Demme è riuscito a convincerlo a recitare una piccola parte insieme a Denzel Washington nel suo ultimo film, proprio “parlandomi di quanto gli piacciano i miei occhi”, racconta Ganz.

Gran parte delle domande sono sul film “Der Untergang” (La disfatta), in cui l’attore svizzero interpreta Adolf Hitler negli ultimi giorni all’interno del bunker. Bruno Ganz sembra proprio una persona molto buona e gentile, e forse proprio questo ci fa più spavento, pensare che anche un uomo così dolce sia in grado di intuire cos’è il male al punto di riuscire ad incarnarlo. Alcune frasi si staccano dal fondo del suo discorrere pacato.

Hitler sdoganato

“Il Male in sè non si può interpretare”, dice l’attore, che spiega come dalle molte letture da lui fatte di persone che vollero lasciare una testimonianza diretta di quegli ultimi giorni nel bunker, un aspetto che tanti sottolinearono, soprattutto verso le donne, fu la cortesia del Führer, ormai alla fine della sua terribile traiettoria umana.

Bruno Ganz precisa però che se avesse scritto lui la sceneggiatura non avrebbe utilizzato certi elementi. “Ma non mi distanzio dal film, me ne assumo la responsabilità”. Un giornalista della stampa romanda fa accenno alle polemiche scatenate, soprattutto in Francia per il fatto di aver reso umano Hitler.

“Per me era soprattutto importante che questo film non potesse essere utilizzato a fini propagandistici dai neonazisti tedeschi, che siedono in due governi locali in Germania. E questo non è successo”, sottolinea l’attore, che aggiunge di aver parlato del film anche con molti ebrei, soprattutto ad Hollywood, ma senza sentire la stessa irritazione: “Tante domande, questo sì, ma nessuna controversia”.

Di mamma italiana, di casa a Venezia

Una giornalista chiede in italiano a Ganz quale sia il suo rapporto con la lingua italiana, che “ha trattato così bene nel film Pane e Tulipani”. Ganz sorride, ma risponde in tedesco che un conto è studiare un copione, o ordinare un piatto di spaghetti, un altro fare un discorso in italiano.

“Mia madre era italiana, e vivo in parte anche in Italia, ma per fare un discorso un po’ più elaborato devo usare il tedesco”. Dopo aver girato il film di Silvio Soldini, l’attore si è comprato un appartamento a Venezia e forse si può sperare che in futuro l’italiano gli venga più spontaneo.

Alla domanda se abbia ambizioni per l’Oscar l’attore risponde che non è certo così arrogante da dire che non gli piacerebbe, “Ma ormai ci ho rinunciato”. Qualcun altro gli chiede se girare un film nella “Terra di Bush”, come ha fatto di recente con Jonathan Demme, non sia un problema per un uomo liberale e progressista. “Prima di essere la terra di George Bush, l’America è stata a lungo un paese liberale, ed è abitata da tanti che non la pensano come George Bush”, risponde sardonico Ganz.

Una ragazza di una radio locale, chiede cosa significhi per l’attore questa retrospettiva di Soletta. “Da un lato è naturalmente un onore. Ma è anche un po’ inquietante guardare indietro e vedermi come se fossi già alla fine della mia carriera, o morto.” Per fortuna non è il caso.

Bruno Ganz è ben intenzionato a farla durare ancora a lungo la sua carriera. Parla dei suoi nuovi progetti cinematografici e teatrali. In particolare un film diretto dallo svizzero Fredi Murer, in cui interpreterà il ruolo del nonno di un bambino prodigio.

“Non perché necessariamente voglia fare il nonno, anche se so quanti anni ho, ma perché è un film comico, in cui si parla della collisione tra il mondo normale con quello in cui si manifestano doti straordinarie”.

swissinfo, Raffaella Rossello, Soletta

Le Giornate di Soletta si svolgono fino al 30 gennaio.
179 le pellicole svizzere presentate, di cui 77 dedicate alla fiction e 77 al film documentario.
20 film e 6 interpreti sono stati scelti in vista della consegna del Premio del cinema svizzero 2005, prevista per mercoledì.
40’000 i visitatori attesi.

A 63 anni l’attore svizzero Bruno Ganz è una vera icona del cinema e del teatro tedeschi.

Il film su Hitler “Der Untergang”, da lui interpretato, è in lizza per l’Oscar come miglior pellicola straniera.

Ganz ha girato molti film anche con registi italiani e romandi. Al pubblico di lingua italiana è noto soprattutto per la sua parte nel film “Pane e Tulipani”.

Il festival di Soletta dedica una retrospettiva a Bruno Ganz: 12 pellicole scelte da lui stesso.

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