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Bürglen: lo scrigno della memoria

Le testimonianze di una grande passione

A Bürglen Tell è onnipresente. Il villaggio sul versante est della valle rivendica infatti i natali dell’eroe. Su un’ampia svolta della strada principale che porta al passo del Klausen, una statua barocca lo immortala con il figlio e la mela trafitta.

Il monumento è un po’ goffo sul suo tozzo piedistallo, ma a Bürglen si è contenti comunque. È stato recuperato poco più di cento anni fa, quando ad Altdorf è stata eretta una statua di bronzo ben più colossale. Anche sul campanile della chiesa parrocchiale c’è un affresco dell’eroe.

A lato, una piccola cappella cinquecentesca sorge nel luogo dove la tradizione vuole che si trovasse la casa della famiglia Tell. Poco distanti si scorgono tre torri abitative, risalenti al tardo Medioevo.

In una di queste, riattata negli anni Sessanta, è stato allestito il museo di Tell. Qui incontriamo Thomas Christen, ex cancelliere comunale e appassionato di tutto quanto ha a che fare con il suo concittadino più illustre. «Il museo è gestito da un’associazione di volontari come me – spiega Christen – io stesso ho scritto il verbale di fondazione nel 1966».

Da allora il museo ha preso forma, le donazioni si sono cumulate. Oggi la collezione è enorme, più della metà delle curiosità è relegata in cantina. Su tre piani, teche e vetrine sono stipate con gli oggetti più sorprendenti: un quadro francese del Seicento ritrae Tell con dei tratti moreschi, un mazzo di carte da gioco ungheresi, le scarpe da signora prodotte da una curiosa ditta tedesca di nome Tell, un posacenere datato…

Ma ci sono anche documenti, alcune cronache di storia svizzera, lo spartito originale di Rossini. Molti i quadri e gli schizzi sul tema attraverso i secoli. L’illusione è perfetta: sui tre piani sono esposti centinaia di oggetti; è una sorta di mausoleo dell’eroe elvetico.

La scintilla del dubbio

Thomas Christen conosce tutti i dettagli, le varianti drammaturgiche e letterarie: qui Tell muore affogato salvando un bambino, lì è sistemato in un altarino-carillon. Non mancano le etichette della birra, elegantemente disposte al lato di preziosi modelli per i costumi della prima rappresentazione del teatro di Schiller a Weimar del 1804.

«Io non sono altro che uno scribacchino qui – sminuisce il suo ruolo l’affabile guida – ma ammetto che accompagnare gli ospiti attraverso il nostro museo mi piace». Malgrado la modestia, le sue parole si infervorano davanti ad ogni oggetto; la passione è verace, la conoscenza di ogni tema e di ogni interpretazione è profonda.

All’uscita sorge addirittura il dubbio: Ma questo Guglielmo Tell è veramente esistito? Sibillina la risposta: «Io non offro risposte definitive. Ma una cosa è sicura:, molte persone attraverso i secoli si sono occupate di Guglielmo Tell, ci hanno creduto, dando vita ad opere d’arte e a piccoli oggetti di uso comune con la sua effige. È di questo che parliamo nel nostro museo».

swissinfo, Daniele Papacella e Alexandra Richard, Bürglen

Bürglen, il villaggio posto all’entrata della Schächental che porta al Passo del Klausen, è ritenuto il paese d’origine dell’eroe urano. Lì, presso la chiesa parrocchiale, viene eretta già nel 1582 una cappella in sua memoria.

A Bürglen nasce, nel 1966, un piccolo museo dedicato a Guglielmo Tell. Come uno scrigno per le reliquie, il museo raccoglie migliaia di oggetti che testimoniano la ricezione del mito, senza però voler affermare la verità storica del personaggio.

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