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C’è verde e verde…

Lo spettro politico dell'ecologismo svizzero si arricchisce di nuove vie imagepoint

Dopo aver creato la sensazione alle recenti elezioni zurighesi, i Verdi-liberali puntano alla creazione di un partito nazionale con l'obiettivo di sbancare le prossime votazioni federali.

Distanziatisi dalla sinistra, gli ecoliberali vogliono colorare di verde il centro politico. Un approccio che ripropone un vecchio dibattito, nato con lo stesso mondo ecologista.

“Il nostro credo è una politica ambientale responsabile che tiene tuttavia in considerazione anche la sostenibilità finanziaria”, dice a swissinfo Thomas Weibel, co-presidente dei Verdi-liberali di Zurigo.

“Rispetto ai Verdi ‘classici’, prestiamo meno importanza alle questioni sociali. Abbiamo però una maggiore sensibilità su temi di politica economica e finanziaria”, aggiunge.

La nuova formazione è nata tre anni fa in seguito ad una “secessione” dal locale partito ecologista svizzero (PES). Allora, la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata la destituzione dalla presidenza del PES di Martin Bäumle, attuale leader dei Verdi-liberali zurighesi e consigliere nazionale a Berna.

Il 15 aprile scorso i Verdi-liberali, pur perdendo il loro seggio in governo, hanno stupito la Svizzera ottenendo ben 10 rappresentanti (su 180) nel parlamento del più popoloso cantone svizzero.

Sullo slancio, il nuovo partito guarda ora alle prossime elezioni federali di ottobre 2007, per le quali intende crescere fino a diventare un partito nazionale. Per il momento sezioni di Verdi-liberali esistono soltanto in alcuni cantoni (San Gallo, Svitto e Sciaffusa) mentre dei contatti sono stati attivati anche con i cantoni Argovia, Grigioni e Basilea Città.

“Il voto di Zurigo ha dimostrato che c’è spazio per una politica ecologista di stampo liberale”, sottolinea Weibel. “L’obiettivo del partito nazionale sarà quello di formare un gruppo parlamentare a Berna, e cioè di conquistare 5 seggi in Consiglio nazionale”.

Crescere al centro

“I Verdi-liberali si profilano come un partito che tende a chiamarsi fuori dalla classica opposizione tra sinistra e destra”, dice a swissinfo il politologo Oscar Mazzoleni. In questo senso la nuova formazione potrebbe rappresentare un freno alla tendenza alla polarizzazione politica in atto da alcuni anni che stava svuotando il centro.

“Siamo in una fase di apparente rinnovamento dell’offerta politica in campo ecologista”, aggiunge Mazzoleni. “Ma gli effetti politici di questo riposizionamento sono ancora tutti da valutare: molto dipenderà dalle reazioni degli altri partiti. Al proposito penso soprattutto ai socialisti, seccamente sconfitti a Zurigo”.

Vanno inoltre considerati pure i contesti cantonali, che possono essere molto diversi l’uno dall’altro. Mentre a Zurigo il PES aveva assunto posizioni marcatamente di sinistra, lasciando spazio al centro per gli ecoliberali, nella Svizzera Romanda gli ecologisti “classici” già difendono posizioni simili a quelle del nuovo partito.

Ritorno al passato

Questi dibattiti “fratricidi” all’interno di un mondo verde comunque in piena espansione non riguardano soltanto la Svizzera. Oggi, tendenze simili si riscontrano ad esempio anche in Germania e Inghilterra.

Ma i conflitti tra verdi “moderati” e verdi “integralisti” non rappresenta certo una novità: si tratta bensì di una caratteristica ben precisa che ha segnato gran parte dei quasi 25 anni di storia degli ecologisti svizzeri.

In passato questa divisione ideologica era stata simpaticamente descritta in termini ortofrutticoli: agli uni, i pragmatici, fu attribuito il soprannome di cetrioli (verdi fuori, verdi dentro), agli altri, gli alternativi, di angurie (verdi fuori, rossi dentro).

A partire dalla fine degli anni ’80, il PES nazionale riuscì a compattare le divisioni del passato profilandosi come forza di sinistra vicina al mondo sindacale . “Ma il dibattito interno non è mai cessato ed oggi sfocia nella creazione del nuovo partito”, dice Mazzoleni.

Da parte sua, Thomas Weibel, già lanciato verso la campagna elettorale, sottolinea come “il nostro modello sono le posizioni che il PES difendeva fino a 20 anni fa, prima che il partito si spostasse chiaramente a sinistra”.

Molti esponenti che avevano abbandonato il partito dopo la sua svolta progressista starebbero tornando, aggiunge Weibel. “Siamo perciò convinti che il profilo verde-liberale riproponga la linea originale del movimento ecologista svizzero”.

swissinfo, Marzio Pescia

I Verdi sono i vincitori delle elezioni parlamentari cantonali tenutesi dal 2004 ad oggi. Nel 24 cantoni che hanno rinnovato i poteri legislativi, gli ecologisti hanno conosciuto una crescita praticamente ovunque.

Dal 2004 hanno conquistato 57 nuovi mandati cantonali, raggiungendo quota 190. Tre anni fa detenevano il 4.71% dei seggi disponibili.

La proporzione è oggi salita al 7.24%, senza contare i 10 seggi conquistati dai Verdi-liberali nel parlamento zurighese.

Nonostante la forte progressione degli ultimi anni, i Verdi hanno una certa difficoltà a far passare le loro idee in parlamento.

Secondo uno studio dell’Università di Berna, solo sulla metà (50.1%) dei temi votati in parlamento il gruppo ecologista si è trovato d’accordo con la maggioranza del Consiglio nazionale, la camera bassa del parlamento federale.

La percentuale è invece dell’88.3% per i popolari-democratici (centro), dell’82.6% per i liberali-radicali (centro-destra), del 66.8% per l’Unione democratica di centro (destra conservatrice) e del 54.4% per i socialisti.

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