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Cambia il comportamento elettorale degli svizzeri

Le abitudini elettorali degli svizzeri hanno subito alcuni importanti cambiamenti negli ultimi anni Keystone Archive

I risultati delle elezioni federali dell’ottobre scorso mostrano, tra l’altro, una maggiore personificazione della scena politica.

Uno studio, realizzato dall’Università di Zurigo, propone una radiografia dell’evoluzione del comportamento elettorale degli svizzeri.

Anche in Svizzera le scelte dell’elettorato si concentrano in misura maggiore sulle personalità politiche, rispetto al passato.

Ad esempio, l’antipatia o la simpatia per i consiglieri federali e i leader dei partiti politici hanno condizionato il voto, nell’ottobre 2003, in modo più marcato delle precedenti consultazioni.

Il fenomeno ha riguardato in particolare l’Unione democratica di centro (UDC) e il Partito liberale radicale (PLR). La popolarità di Christoph Blocher ha trainato ad esempio l’UDC tra il 1995 e il 2003.

Le simpatie verso Pascal Couchepin o Ruth Metzler hanno influenzato positivamente il voto dei loro rispettivi partiti, il PLR e il Partito popolare democratico (PPD), nonostante le perdite subite nell’ottobre scorso.

Sono questi alcuni dei dati salienti che emergono dallo studio Selects «Elezioni 2003» svolto da Peter Selb e Roman Lachat, ricercatori dell’Istituto di scienze politiche dell’Università di Zurigo.

Lo studio, presentato venerdì, è stato realizzato sulla base di un sondaggio condotto dalla società Link su un campione di 5900 elettori.

Partiti in mutamento

Nell’insieme, emergono alcuni dati di fondo sui cambiamenti elettorali che rispecchiano, in buona parte, le tendenze emerse negli ultimi appuntamenti politici.

Nelle elezioni federali di ottobre, l’Unione democratica di centro si è, ad esempio, profilata nettamente come il partito degli anti-europeisti.

I radicali si sono accaparrati piuttosto l’immagine di una formazione politica che si batte per gli sgravi fiscali.

Da parte sua, il Partito popolare democratico ha perso consensi nelle campagne, ma ha saputo conquistare nuovi elettori tra i giovani.

Il Partito socialista (PS), infine, ha fatto breccia soprattutto tra i professionisti della socialità e dell’insegnamento.

Elettori con bassa formazione per l’UDC

L’UDC, diventata il primo partito svizzero, è riuscita nel quadriennio 1999-2003 a conservare il proprio elettorato e a conquistare nuovi consensi in tutti gli strati sociali.

Malgrado il suo orientamento protestante, ha anche saputo sedurre un numero crescente di cattolici.

Secondo lo studio, l’UDC rimane in primo luogo il partito degli agricoltori e delle persone che hanno un basso livello di formazione.

Tra il 1995 e il 2003 si è inoltre sempre più delineata come la forza politica più contraria all’adesione della Svizzera all’Unione europea.

Emorragia dei radicali

Fatto definito sorprendente dai ricercatori, gli elettori favorevoli a sgravi fiscali per i redditi alti hanno votato per la prima volta non tanto a favore dell’UDC, quanto piuttosto del PLR.

L’UDC non ha saputo infatti profilarsi in materia di fiscalità, nonostante i ripetuti attacchi lanciati da alcuni suoi leader ai poteri pubblici, considerati troppo “pesanti” sia a livello legale che fiscale.

Malgrado questo fatto, il PLR ha visto aumentare l’emorragia di propri elettori verso l’UDC e, in generale, ha registrato un indebolimento in tutte le classi sociali.

Nel 2003, i radicali hanno subito perdite ancora più importanti che non nel 1999.

Un po’ più di giovani tra i sostenitori del PPD

Il PPD ha perso consensi nel mondo contadino ma può vantarsi di aver conquistato un numero crescente di elettori giovani.

“Tradizionalmente debole tra le giovani generazioni, il PPD potrebbe aver beneficiato dell’effetto Metzler” scrivono i ricercatori, aggiungendo però che l’ipotesi rimane da verificare.

Tra i giovani il partito che va per la maggiore rimane comunque quello ecologista.

Elettorato della fascia media per il PS

I socialisti hanno incontrato maggiori difficoltà rispetto al 1999 a mobilitare i propri simpatizzanti, annota lo studio.

Gli elettori del PS provengono essenzialmente dalla fascia d’età media: svolgono professioni socio-culturali nell’ambito della sanità, del sociale e dell’insegnamento.

I ricercatori smentiscono l’ipotesi secondo cui il PS sarebbe diventato un partito elitario.

Il sostegno al PS è leggermente più forte tra le classi a basso reddito rispetto agli strati più benestanti, ma le differenze – sostengono i due politologi – non sono significative.

Partecipazione in aumento

L’aumento di tre punti dell’affluenza alle urne, salito al 45,2% lo scorso ottobre, si spiega “con un netto rafforzamento della partecipazione dei giovani tra i 18 e i 24 anni”.

Hanno avuto un effetto mobilitante anche la polarizzazione dello scacchiere politico e la generalizzazione del voto per corrispondenza.

In alcuni Comuni, ha indicato la cancelliera Annemarie Huber-Hotz, il 90% dei votanti fanno ricorso alla possibilità di votare per posta.

Per agevolare ulteriormente le operazioni di voto e aumentare la partecipazione anche presso gli svizzeri dell’estero, la Confederazione ha avviato un progetto destinato a rendere possibile entro qualche anno il voto elettronico.

Prim test sono già stati condotti con successo nel Canton Ginevra, altri seguiranno nei Cantoni Neuchâtel e Zurigo.

swissinfo e agenzie

26,6% i voti per l’UDC nel 2003 (+4,1%)
23,3% per il PS (+0,8%)
17,3% per il PLR (-2,6%)
14,4% per il PPD (-1,5%)
7,4% per i Verdi (+2,4%)

La composizione del Parlamento svizzero dopo le elezioni federali dell’ottobre 2003:

Unione democratica di centro 63 seggi (55 Consiglio nazionale e 8 Consiglio degli Stati).
Partito socialista 61 (52 e 9).
Partito liberale radicale 50 (36 e 14).
Partito popolare democratico 43 (28 e 15).
Verdi 13 (solo Consiglio nazionale).
Partito liberale 4.
Partito evangelico 3.
Partito del lavoro 3.
Unione democratica federale 2.
Partito cristiano sociale 1.
Alternativa socialista-verde 1.
Lega dei ticinesi 1.
Democratici svizzeri 1.

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