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Canapa in parlamento

La fiera della canapa lo scorso febbraio a Berna Keystone

Il Consiglio nazionale discute nella sessione in corso della legalizzazione del consumo di marijuana in Svizzera. Il Consiglio degli stati l'ha già approvata.

Il dibattito tra fautori e contrari si prospetta accanito. Se la camera del popolo dirà di sì, il referendum è sicuro.

La discussione in Consiglio nazionale sulla nuova legge sugli stupefacenti, in programma mercoledì 18 giugno, si preannuncia ricca d’incognite.

D’accordo con il Consiglio federale e con il Consiglio degli stati, la commissione per la sicurezza sociale e la salute del Nazionale vuole depenalizzare il consumo di canapa.

La commissione propone inoltre di introdurre una tassa che raddoppierebbe il prezzo di uno spinello e riverserebbe nelle casse dell’Assicurazione vecchiaia superstiti, dell’Assicurazione invalidità e nella prevenzione delle dipendenze circa 300 milioni di franchi l’anno.

Nel Consiglio degli stati, la camera dei cantoni, il progetto è passato senza grandi difficoltà. La maggioranza ha ritenuto che non fosse opportuno continuare a criminalizzare centinaia di migliaia di giovani e fosse meglio regolamentare il settore.

Il vento cambia

Nel frattempo il vento è cambiato. Nel mondo politico l’incertezza è cresciuta, facendo perdere consensi all’opzione liberale. Anche all’estero si è cominciato a guardare con scetticismo all’esperimento elvetico e nella stampa sono comparsi vari articoli che relativizzano l’innocuità del consumo di marijuana.

Il clima di ripensamento ha raggiunto anche la commissione per la salute. Prima del voto in commissione, la consigliera nazionale popolare Rosmarie Dormann aveva espresso il dubbio che non fosse più possibile ottenere una maggioranza in favore della depenalizzazione.

L’Unione democratica di centro (Udc) e i deputati borghesi ticinesi avevano annunciato di voler dare battaglia. “Una liberalizzazione va respinta anche solo per motivi di salute”, aveva detto il presidente della commissione, l’Udc zurighese Toni Bortoluzzi.

Alla fine la commissione ha approvato la depenalizzazione, ma di misura, con 12 voti contro 9.

Se il parlamento dovesse approvare la depenalizzazione, l’Associazione per una politica sugli stupefacenti orientata all’astinenza (Dachverband abstinenzorientierte Drogenpolitik) ha già annunciato che lancerà un referendum. Con il sostegno dell’Udc, come ha confermato Bortoluzzi.

Danni psichici

Negli ultimi mesi i media hanno riferito più volte di studi secondo cui il contenuto di THC – la principale sostanza psicotropa contenuta nella canapa – continuerebbe ad aumentare, grazie alle coltivazioni selettive nei laboratori dell’ormai fiorente settore della canapa in Svizzera.

Nuovi studi internazionali sostengono inoltre che esiste una correlazione tra il consumo di marijuana in giovane età e lo sviluppo di malattie mentali.

Richard Müller, dell’Istituto svizzero di prevenzione dell’alcolismo e altre tossicomanie (Ispa), riassume la questione in questi termini: “Il consumo di canapa indiana può mettere in pericolo la salute psichica di giovani instabili.”

Tabacco e alcol sono peggiori

Kurt Hostettmann, direttore dell’Istituto di biologia farmaceutica e chimica delle piante dell’Università di Losanna segue il dibattito sulla liberalizzazione dal suo osservatorio scientifico.

La sua posizione è ambivalente. Da un lato sostiene la depenalizzazione, poiché i danni provocati dalla canapa sono a suo avviso minori di quelli causati da alcol e tabacco. D’altro canto ritiene che dosi massicce possano rafforzare tendenze suicide.

“Se un giovane fuma di tanto in tanto uno spinello, non vedo grandi problemi”, dice, sottolineando l’espressione “di tanto in tanto”.

Le proprietà terapeutiche della canapa

Ma il professor Hostettmann osserva anche che la canapa ha un grande potenziale terapeutico. Grazie ai suoi principi attivi sono stati sviluppati medicamenti contro la nausea provocata dalla chemioterapia.

La canapa è utilizzata inoltre contro l’anoressia nei malati di Aids e nella lotta contro la sclerosi multipla.

“Al contrario dell’eroina, la canapa non rende fisicamente dipendenti, anche se la si consuma in forti dosi.” La dipendenza dipende piuttosto dall’equilibrio psichico del consumatore.

Lo scienziato è perciò favorevole ad una tassazione commisurata al contenuto di principi attivi. Un’opinione condivisa dalla commissione del Consiglio nazionale, che propone una tassa variabile tra gli 8 e i 15 franchi per grammo di canapa.

Imparare a convivere con la droga

Per l’antropologo Jeremy Narby di Porrentruy, nel canton Giura, le droghe psicotrope sono solo un veicolo, che bisogna imparare ad utilizzare. E propone un parallelo con l’automobile.

Anche per condurre un’automobile occorrono sia l’apprendimento individuale, sia una normativa sulla circolazione. Nel suo rapporto con le droghe, la società è però ancora lontana da un simile approccio.

“Il consumo di canapa è relativamente innocuo e provoca meno incidenti automobilistici e meno atti di violenza nella coppia del consumo di bevande alcoliche”, nota Narby, il quale ammette però che la canapa può rappresentare un rischio per un cervello non ancora del tutto sviluppato.

Maggiore credibilità

Per Richard Müller dell’Ispa, una cosa è chiara. Genitori, insegnanti e altre figure di riferimento potrebbero risultare molto più credibili agli occhi di giovani consumatrici e consumatori di canapa “se alcune sostanze non fossero permesse e altre proibite, nonostante quelle permesse causino migliaia di decessi.”

Circa 9000 persone muoiono in Svizzera ogni anno a causa del tabacco, 2500 in seguito al consumo di bevande alcoliche. Nel 1998 sono morte 151 persone per il consumo di droghe illegali. Nessuna per colpa della canapa.

swissinfo, Urs Maurer
(traduzione: Andrea Tognina)

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