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Cancro: rischi differenziati

I quadri superiori tendono a soffrire più degli operai di cancri alla pelle, ai testicoli e alla prostata Keystone

Il rischio di ammalarsi di cancro è funzione della collocazione socioeconomica: l'attività professionale e l'appartenenza a un determinato gruppo sociale.

Ciò emerge da uno studio condotto in Svizzera su oltre 58’000 pazienti di sesso maschile.

Il rischio di tumore alla faringe, alla laringe, all’esofago o ai polmoni è doppio per un operaio rispetto ad un quadro dirigente.

Chi sul lavoro ha facile accesso all’alcool, i cuochi in particolare ma anche altro personale della ristorazione e dell’industria alberghiera, corre un più alto rischio di cancro all’apparato digerente e respiratorio superiore.

I tumori allo stomaco sono più frequenti fra contadini e operai di edilizia e chimica, quelli del naso fra persone occupate nella lavorazione del cuoio e del legno.

Ce n’è per tutti

A rischio in generale sono gli uomini degli strati sociali più bassi, il cui modo di vita influisce pure spesso sfavorevolmente sulla salute: un eccessivo consumo di alcol e tabacco, in particolare, aumenta il rischio di cancro.

I più fortunati socialmente non hanno tuttavia troppo da rallegrarsi. Sono infatti prediletti da altre forme di tumore: alla pelle, ai testicoli e alla prostata. Chi lavora seduto deve temere un tumore al colon e i dentisti hanno un rischio particolarmente alto di cancro al fegato.

Le cause delle singole malattie sono in parte ancora ignote. Gli effetti di talune sostanze devono ancora essere analizzate più a fondo, ha affermato in una conferenza stampa Christine Bouchardy, coautrice dello studio.

Non è neppure possibile stabilire quanti cancri in Svizzera siano da attribuire a cause legate all’attività professionale. In Europa la stima è di un 5-10%.

Prevenzione

L’Associazione svizzera dei registri dei tumori e la Lega svizzera contro il cancro (LSC) propongono sulla base dello studio diverse misure. Innanzitutto nell’ambito della prevenzione.

I lavoratori devono inoltre essere meno esposti ad agenti cancerogeni. Attualmente sono note almeno 30 sostanze cancerogene con le quali singoli gruppi professionali vengono in contatto. Il sistema di sorveglianza sui rischi professionali va potenziato e va promosso il riconoscimento di rischi specificamente legati alla professione.

«La Confederazione deve ottenere la competenza di avviare programmi nazionali di lotta contro il cancro», chiede Franco Cavalli, presidente della LSC. Le ineguaglianze socioprofessionali- ha affermato l’oncologo ticinese – dovrebbero essere eliminate e i rischi professionali diminuiti.

Urgono informazioni anche sulle donne

I promotori dello studio ritengono necessarie altre ricerche. In Svizzera sono attualmente disponibili soltanto dati lacunosi sui rischi di tumore specificamente legati alla professione. Per meglio chiarire la dimensione dei rischi, si dovrebbe stabilire quante persone sono particolarmente esposte sul luogo di lavoro.

Il rischio di cancro andrà studiato anche per le donne, in particolare quelle che lavorano nell’industria orologiera e nella pulitura a secco, ha rilevato Christine Bouchardy.

Lo studio sul cancro maschile si basa sui dati relativi a oltre 58’000 pazienti nei cantoni di Basilea Città, Basilea Campagna, Ginevra, San Gallo, Vaud e Zurigo, rilevati fra il 1980 e il 1993.

swissinfo e agenzie

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