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Che fare nell’ONU?

Due rappresentanti dello ong svizzere consegnano un catalogo di rivendicazioni al consigliere federale Joseph Deiss RTS

Nell'ONU, la Svizzera deve impegnarsi per i diritti dell'uomo, la gioventù e lo sviluppo sostenibile.

Lo chiedono una trentina di ONG svizzere, che hanno consegnato una petizione in tal senso al ministro degli esteri Joseph Deiss.

Le organizzazioni non governative (ONG) vogliono poter dire la loro nei lavori della Svizzera all’ONU.

Una trentina di esse hanno consegnato al ministro degli affari esteri Joseph Deiss un documento comune in vista dell’adesione ufficiale del 10 settembre.

Il documento chiede che la Svizzera conduca una politica autonoma in seno all’ONU e s’impegni in particolare per i diritti dell’uomo, gli standard sociali e lo sviluppo sostenibile.

“La Svizzera deve basarsi sulle proprie competenze”

La Svizzera – ha detto la consigliera agli Stati radicale Erika Forster, presidente dell’ASNU – dovrebbe impegnarsi particolarmente nei settori in cui può fornire un valido apporto, tenuto conto delle sue esperienze e competenze.

È stato elaborato da una settantina di delegati di ONG svizzere – da Amnesty International, alla Croce Rossa, al WWF e alle organizzazioni giovanili – sotto la direzione dell’Associazione Svizzera-Nazioni Unite (ASNU).

La piattaforma delle ONG, che pure non posizioni comuni su tutti i temi presentati nel documento, è pensata come base di discussione per gli interventi della delegazione governativa Svizzera in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Una politica autonoma

In seno all’ONU la Svizzera porterà avanti una politica autonoma, pur senza imboccare una via solitaria, ha dal canto suo affermato Joseph Deiss.

Sulle note dell’inno nazionale – ha aggiunto – il 10 settembre sarà issato il vessillo elvetico, di forma quadrata.

Fatta eccezione per il Nepal, tutte le altre bandiere sono di forma rettangolare. La Svizzera sarà presentata dal ministro degli esteri francese Dominique de Villepin.

swissinfo e agenzie

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