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Cina e Svizzera verso un accordo di libero scambio

«Una giornata storica» per Doris Leuthard e Hu Jintao a Pechino. Keystone

La presidente della Confederazione Doris Leuthard ha stilato un bilancio positivo della sua visita in Cina: venerdì i due paesi hanno deciso l'avvio di trattative per un accordo di libero scambio. I negoziati potrebbero cominciare già in dicembre.

«È una giornata storica per la Svizzera», ha dichiarato Doris Leuthard al termine dell’incontro con Hu Jintao a Pechino. Il presidente cinese ha preso atto con favore dei risultati dello studio di fattibilità per un accordo di libero scambio, che segna una nuova fase nelle relazioni diplomatiche tra i due paesi.

Lo stesso Hu Jintao ha definito l’intesa un “bel regalo” per il 60esimo anniversario delle relazioni bilaterali tra i due paesi e ha sottolineato l’importanza di concludere al più presto un accordo di libero scambio.

Il capo di Stato cinese «ha parlato di una svolta nelle relazioni bilaterali», ha spiegato Doris Leuthard davanti ai media, sottolineando come per Svizzera sia fondamentale avere accesso a questo immenso mercato.

Negoziati entro fine anno?

Dal 2002 la Cina – compresa Hong Kong – è il principale partner commerciale della Confederazione in Asia e i rapporti si stanno sviluppando in modo molto dinamico, come dimostra l’accordo raggiunto venerdì.

Doris Leuthard auspica che governo e parlamento diano il loro nullaosta entro novembre al mandato per l’avvio dei negoziati, in modo che questi possano iniziare entro fine anno. «Significa senza dubbio molto lavoro per noi, ma ne vale la pena», ha detto la ministra dell’economia.

Conclusosi sabato, il viaggio di Doris Leuthard in Cina può essere considerato un successo. «Si è detto che le celebrazioni per il 60esimo anniversario sono un’opportunità per iniziare una nuova fase delle relazioni tra i due paesi. Ed è quello che sta accadendo», ha dichiarato la ministra dell’economia.

A rallegrarsi non è però soltanto Doris Leuthard, ma anche il presidente di economiesuisse Gerold Bührer, che ha accompagnato la ministra in Cina assieme a una folta delegazione economica. Secondo Bührer, la Svizzera potrebbe essere il primo paese europeo a sottoscrivere un accordo di libero scambio con la Repubblica popolare, come già successo nel 2009 con il Giappone.

«Questo comporterà naturalmente diverse agevolazioni: da un lato per le esportazioni, e dall’altro per gli investimenti diretti», ha aggiunto Gerold Bührer

Un bilancio positivo

L’accordo di libero scambio dovrebbe permettere alla Svizzera notevoli risparmi nelle esportazioni verso la Cina, come sottolineato da Kurt Haerri. Secondo il presidente della Camera di commercio Svizzera-Cina, «i dazi doganali dovrebbero essere ridotti in media del 10%». Ciò significa che su un volume di Export annuo di 6 miliardi di franchi, la Confederazione potrebbe risparmiare 600 milioni.

«Oggi è stato dato un segnale importante», ha detto Christian Guertler, presidente della Camera di commercio svizzera a Shanghai. «Ma nel contesto cinese è importante saper collocare questi segnali e Doris Leuthard ci è riuscita, portando con sé una folta delegazione di rappresentanti dell’economia».

La visita della consigliera federale in Cina coincide con i festeggiamenti per il 60esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. Durante i cinque giorni trascorsi nella Repubblica popolare, la ministra dell’economia ha dapprima visitato la città di Chongqing, per poi recarsi all’Esposizione universale di Shanghai e infine a Pechino.

Al termine del viaggio, la presidente della Confederazione ha stilato un bilancio positivo. «Non avrei potuto fare molto di più di questo», ha spiegato ha swissinfo.ch. Non soltanto il Padiglione svizzero a Shanghai è molto popolare, ma anche politicamente «abbiamo ottenuto il massimo dei risultati». Ora «dobbiamo fare in modo che questo partenariato possa proseguire su solide basi, con delle concessioni reciproche, trasparenza e spirito critico, se necessario.

Christian Raaflaub, Pechino, swissinfo.ch
(Traduzione dal tedesco, Stefania Summermatter)

Con i suoi circa 18 milioni di abitanti, Shanghai è la città più popolosa della Cina e l’indiscutibile capitale economica del paese. Grazie al rapido sviluppo seguito alle riforme economiche del 1992, la megalopoli è oggi un centro finanziario, commerciale e logistico d’importanza mondiale.

La Cina (Hong Kong inclusa) è sin dal 2002 il principale partner commerciale della Svizzera in Asia. Nel 2008 le esportazioni svizzere in Cina hanno superato i 6 miliardi di franchi, le importazioni dalla Cina si sono invece attestate a poco meno di 5 miliardi di franchi.

La Svizzera è uno dei pochi paesi al mondo a disporre di un eccedente commerciale nei confronti del gigante asiatico.

Circa 300 aziende elvetiche hanno compiuto degli investimenti diretti in Cina e dispongono di sedi a Shanghai o nella vicina provincia dello Zhejiang.

Stando ad un recente sondaggio realizzato dalla Camera di commercio Svizzera-Cina, il 75% di queste società si dice “molto ottimista” sullo sviluppo dei loro affari in Cina nei prossimi 5 anni. Il 66% di loro prevede inoltre d’assumere una media del 15% di dipendenti in più nel 2010.

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