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Clariant tira il freno d’emergenza

Clariant prevede di risparmiare 100 milioni nel2004 Keystone

Clariant è piombata nelle cifre rosse nel primo semestre del 2003: il gruppo basilese ha subito una perdita di 49 milioni di franchi, contro un utile di 145 milioni nello stesso periodo del 2002.

Ora la società deve ristrutturare e sopprimere posti di lavoro.

«Roma non è nata in un giorno e la ristrutturazione di Clariant ha bisogno di un po’ più di tempo», ha indicato martedì Roland Lösser, presidente della direzione di Clariant, in una conferenza stampa tenutasi a Zurigo.

La perdita semestrale del gruppo basilese, attivo nel settore delle specialità chimiche, è dovuta in particolare a un carico eccezionale di 142 milioni di franchi in seguito alla chiusura di una fabbrica.

Il fatturato della società è sceso del 7 per cento a 4,27 miliardi di franchi. In monete locali, il giro di affari è salito del 2 per cento. L’utile operativo è in calo del 38 per cento a 213 milioni di franchi.

Misure di risparmio

Per rimediare alla situazione, il gruppo ha annunciato una serie di misure per ritrovare la redditività ed economizzare a partire dal 2004 circa 100 milioni di franchi.

L’utile operativo – secondo Clariant – dovrebbe aumentare nel giro di tre o quattro anni di oltre 400 milioni. Un taglio dell’organico sarà inevitabile. La direzione sta esaminando quali saranno le unità colpite.

La società ha chiamato al suo capezzale Thomas Wellauer – ex- capo del Credit Suisse Financial Services (CSFS), ex della Winterthur Assicurazioni e di Mc Kinsey – per mettere in atto un programma di misure. Come consigliere esterno, non figura nella lista dei dipendenti della società.

Due settori in vendita

Il gruppo vuole cedere entro il primo semestre del 2004 i suoi settori di cellulosa eterea (250 milioni di fatturato e 515 dipendenti) e di chimica per l’elettronica (400 milioni di vendite nel 2002 e 570 impiegati) allo scopo di ricavarne 1,5 miliardi.

Secondo Clariant diversi acquirenti potenziali hanno già manifestato il loro interesse.

La società mira inoltre a ristrutturare il settore di Scienze della vita. L’operazione porterà alla chiusura di quattro unità di produzione agrochimica in Germania e negli Stati Uniti e alla soppressione di 200 impieghi.

Nessun aumento di capitale

Il gruppo ha escluso qualsiasi aumento di capitale a breve e lungo termine.

Clariant prevede che la situazione resti difficile nel secondo semestre, ma questo – precisa la società – non dovrebbe impedire di ridurre il debito, ereditato in buona parte con l’acquisto di BTP.

L’indebitamento netto – secondo Clariant – dovrebbe diminuire in nove mesi da 3,7 miliardi di franchi a 2,5 miliardi. A breve scadenza il gruppo basilese non azzarda alcuna previsione.

Clariant è in rosso dal 2001, anno in cui aveva subito una perdita di 1,2 miliardi. Nel 2002 ha registrato un risultato negativo di 648 milioni.

Per quanto riguarda l’impiego, Clariant aveva annunciato all’inizio dell’anno di voler sopprimere fino a 1700 posti – su un totale di 28’000 in tutto il mondo nel corso dei prossimi due anni.

swissinfo e agenzie

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