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CN: custodia figli, 100 milioni a sostegno genitori che lavorano

Hans-Ulrich Bigler (PLR/ZH), direttore dell'USAM, è stato fra i principali oppositori del progetto al Consiglio nazionale Keystone/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) I genitori che lavorano devono spendere meno per la custodia dei figli da parte di terzi.

Seguendo il Consiglio degli Stati, il Nazionale ha accolto oggi un progetto del governo che prevede lo stanziamento di quasi 100 milioni di franchi per cinque anni a titolo d’incentivazione. Il dossier è pronto per le votazioni finali.

Il pacchetto è diviso in due parti: da un lato i Cantoni saranno sostenuti con 82,5 milioni di franchi affinché assieme ai Comuni possano aumentare i sussidi a favore degli asili nido. Dall’altro, sarà versato un massimo di 14,3 milioni per adeguare l’offerta di servizi di custodia ai bisogni dei genitori.

Ci sono due priorità, sostenere i genitori e sostenere i progetti, ha affermato Mathias Reynard (PS/VS) a nome della commissione preparatoria, ricordando che la conciliabilità tra vita lavorativa e familiare resta difficile. “Assistiamo a una discriminazione delle donne, che spesso sono costrette a non lavorare per occuparsi dei figli”, ha rilevato, sottolineando come in Svizzera lo Stato copra poco i costi di custodia rispetto all’estero.

Ad opporsi al progetto sono stati in particolare esponenti UDC e PLR, che hanno fatto notare a più riprese come la situazione finanziaria della Confederazione non sia rosea. “I problemi strutturali non sono risolti e se interverremo in questo campo dovremo tagliare altrove”, ha affermato Hans-Ulrich Bigler (PLR/ZH) nel dibattito di entrata in materia. Oltretutto questo ambito è di competenza dei Cantoni e non vogliamo attribuire un nuovo compito alla Confederazione, ha aggiunto.

“Ma lei lo sa che ci sono decine di migliaia di PMI che auspicano questo progetto?”, gli ha fatto notare Jacqueline Badran (PS/ZH). In Svizzera “siamo ai primi posti per quanto riguarda il tasso di attività delle donne”, ha replicato Bigler. Qui si tratta di frenare gli investimenti e inoltre non vogliamo una custodia statale, lo ha spalleggiato Nadja Pieren (UDC/BE). “Le cose non funzionano per forza meglio continuando a immettere denaro pubblico.”

Per Thomas Weibel (Verdi liberali/ZH), “è nell’interesse di una società e di un’economia forte che entrambi i genitori possano lavorare”, mentre per Christine Bulliard-Marbach (PPD/FR), in Svizzera non si è fatto ancora abbastanza in materia di conciliabilità tra vita familiare e professionale.

Più concretamente, si vogliono creare più posti a prezzi contenuti, ha da parte sua rilevato Jonas Fricker (Verdi/AG), portando all’attenzione dei colleghi le difficoltà di orario che devono affrontare i genitori. Asili nido e scuole a orario continuato sono ancora troppo poche e troppo care, secondo Matthias Aebischer (PS/BE), “se facciamo un confronto con l’estero ci spaventiamo”.

Nel voto d’insieme le sovvenzioni sono state approvate con 113 voti a 77 e 2 astensioni. Il credito ha ottenuto 114 voti a favore e 67 contrari. Non c’è stato nulla da fare per una serie di proposte della destra che puntavano a limitare l’afflusso di denaro da Berna ai cantoni.

È stata bocciata anche una richiesta di Hans-Ulrich Bigler, direttore dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), che chiedeva di dimezzare i fondi previsti e stanziare solo 50 milioni di franchi, “vista la difficile situazione” che deve affrontare la Confederazione.

“Facendo così rischieremmo di investire milioni con un efficienza minima e non sarebbe responsabile”, ha sostenuto Laurence Fehlmann Rielle (PS/GE). “100 milioni sono un investimento”, ha rilevato Andrea Gmür-Schönenberger (PPD/LU) a nome della commissione, sottolineando che “questa somma non è casuale”, ma legata all’intervento di Cantoni e Comuni.

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