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Collaborazione intensificata con le polizie statunitensi

Jean-Luc Vez, direttore dell'Ufficio federale di polizia (UFP) Keystone Archive

Le autorità giudiziarie e di polizia svizzere intendono collaborare più strettamente con gli Stati Uniti. La notizia resa nota giovedì a Berna.

A questo scopo una delegazione del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), diretta dal responsabile dell’Ufficio federale di polizia (UFP) Jean-Luc Vez, ha trascorso due giorni negli Stati Uniti. La delegazione si è occupata di formalizzare la collaborazione in diversi campi. Sono pertanto stati condotti colloqui con rappresentanti dell’FBI, della CIA e di altri servizi di intelligence, nonché con Jim Gurulé del Ministero delle finanze americano.

Il modello svizzero

Grazie alla visita, è stato gettato «un ponte verso la collaborazione in materia di perseguimento penale», ha affermato Vez a Washington a conclusione della visita negli Stati Uniti. «In situazioni di crisi i contatti personali sono la cosa più importante», ha aggiunto il direttore dell’UFP. Già poco dopo gli attentati dell’11 settembre la Confederazione aveva invitato esperti della sicurezza americani alla collaborazione in «Task Forces» per la lotta al terrorismo.

Stando a Vez, i rappresentanti statunitensi si sono mostrati «impressionati dalle nuove strutture della polizia elvetica e dalle misure prese dalla Svizzera nella lotta al finanziamento del terrorismo». Berna è interessata anche alla catalogazione di dati relativi alla criminalità. In Svizzera, la Confederazione dovrebbe creare insieme ai vari corpi di polizia un registro nazionale. Stando a Vez, sarà necessario trovare un sistema apposito che rispetti assolutamente l’efficiente sistema di protezione dei dati elvetico. «Gli Stati Uniti elaborano un’enorme quantità di dati che in Svizzera non sarebbero ammessi», ha affermato il direttore dell’UFP.

Passaporto biometrico

I rappresentanti statunitensi conoscono già anche il nuovo passaporto svizzero, che non contiene dati biometrici come l’impronta digitale o l’iride dell’occhio, ha spiegato Vez, aggiungendo che se questi segni distintivi dovessero diventare lo standard internazionale, basterà sostituire la pagina plastificata contenente i dati personali che è inserita nel passaporto.

Oggi la delegazione prosegue il suo viaggio oltreoceano spostandosi in Canada; il ritorno in Svizzera è previsto per domenica. Fanno parte della delegazione anche Urs von Daeniken, capo della Divisione principale d’analisi e prevenzione (SAP) e Dieter Stüssi, vicedirettore della Polizia criminale federale (PCF).

swissinfo e agenzie

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