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Commercio estero ancora in calo

Già dal 2001, gli scambi con l'estero hanno rallentato la loro corsa Keystone Archive

Anche nel primo semestre del 2003, il commercio estero non è riuscito a decollare: sia le importazioni che le esportazioni hanno registrato una nuova flessione.

Prosegue così, anche se in modo meno pronunciato, la tendenza al ribasso iniziata già a metà del 2001.

Nel primo semestre di quest’anno, le importazioni sono diminuite del 3,6% in valore reale, mentre il loro volume è sceso del 2,2%.

Contrariamente alle previsioni, anche le esportazioni sono regredite, con una diminuzione del 2,3% rispetto al 2002. Da notare, comunque, un leggero aumento del loro volume, pari all’1%.

Il risultato del periodo in rassegna è stato influenzato in maniera determinante dall’evoluzione del secondo trimestre, che ha presentato il risultato più debole registrato da diverso tempo.

I prezzi delle merci importate sono calati maggiormente di quelli dei beni esportati. Il termine di scambio è quindi peggiorato. La bilancia commerciale ha segnato un’eccedenza di 3,1 miliardi di franchi.

Quasi nessun settore risparmiato

Anche i due pilastri del commercio estero svizzero, ossia i prodotti chimici e l’industria delle macchine, non sono stati risparmiati da questa tendenza che affligge da due anni gli scambi con l’estero.

Neanche l’industria orologiera, che negli ultimi tempi aveva retto meglio di altri rami economici i contraccolpi della recessione mondiale, ha potuto evitare la diminuzione delle vendite.

Nei settori delle telecomunicazioni, delle macchine motrici e delle macchine d’ufficio, nonché delle macchine per la produzione di energia e dei motori elettrici, le esportazioni hanno segnato addirittura una diminuzione a due cifre.

Mentre le vendite dell’industria della carta e delle arti grafiche sono regredite al ritmo delle esportazioni complessive, l’industria tessile ha subito un calo di oltre un decimo.

Il fatturato degli strumenti di precisione, dell’industria delle materie plastiche, nonché di quella delle derrate alimentari e dei generi voluttuari, ha invece registrato un aumento compreso tra il 2,1 e l’8,7%.

In quest’ultimo settore il cioccolato ha fatto segnare un notevole incremento (+ 35,7%).

Morosità sui principali mercati

Le vendite sono regredite in quasi tutti gli spazi economici e soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Sul mercato più importante, quello dei paesi industriali, le vendite hanno subito il minor calo.

Tuttavia anche in questo caso l’evoluzione non è stata uniforme: mentre le vendite nell’UE sono complessivamente ristagnate, quelle nei paesi d’oltreoceano sono notevolmente diminuite, a causa del calo delle esportazioni negli Stati Uniti (-8,8%) e in Canada.

All’interno dell’UE le grandi economie nazionali come il Regno Unito, la Francia e l’Italia hanno registrato un risultato negativo, mentre le forniture verso i Paesi Bassi, la Spagna, la Germania e l’Austria sono notevolmente progredite.

Tranne poche eccezioni, come p.es. Taiwan e Argentina, le vendite nei Paesi emergenti sono diminuite. Nei paesi in sviluppo il calo delle esportazioni ha colpito praticamente allo stesso modo gli Stati dell’Opec e i paesi non produttori di petrolio.

Fa eccezione la progressione nei paesi in trasformazione, dovuta essenzialmente dovuto al notevole incremento delle vendite in Cina, dato che le esportazioni verso il celeste impero sono aumentate di un quarto entro il termine di un anno.

In giugno ancora peggio

Nel mese di giugno 2003, l’evoluzione del commercio estero svizzero è perfino peggiorata rispetto ai mesi precedenti. Mentre le importazioni sono regredite del 7,7% in termini nominali e del 6,8% in termini reali, le esportazioni hanno registrato una diminuzione del 4,7%, risp. 1,5%.

Per quanto concerne le importazioni, i beni di consumo (medicinali) hanno fatto segnare un sensibile calo della domanda. Per le esportazioni, invece, solo l’industria dell’abbigliamento (+58,1%), gli strumenti di precisione e l’industria delle materie plastiche hanno registrato un aumento delle vendite.

Dal punto di vista geografico, le importazioni sono regredite da tutti gli spazi economici. Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite di oltre un quinto, mentre quelle verso lo spazio dell’UE sono complessivamente ristagnate.

swissinfo e agenzie

Nel primo semestre del 2003, la bilancia commerciale ha registrato un’eccedenza di 3’050 miliardi.
Il valore delle esportazioni è regredito del 2,3% rispetto al 2002.
Le importazioni sono invece diminuite del 3,6%.

Un quadro degli scambi commerciali con l’estero è fornito ogni mese dall’Amministrazione federale delle dogane.

Le statistiche del commercio estero comprendono tutto il traffico transfrontaliero delle merci importate ed esportate.

La bilancia commerciale misura la differenza tra gli incassi delle esportazioni e i pagamenti delle importazioni di merci.

Si parla di bilancia attiva e di eccedenza commerciale quando le esportazione superano le importazioni. In caso contrario, la bilancia è invece passiva e si registra un deficit commerciale.

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