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Como: maxi frode fiscale, società operative anche estero

Valico a Ponte Chiasso KEYSTONE/TI-PRESS/FRANCESCA AGOSTA sda-ats

(Keystone-ATS) Ha avuto inizio da un sequestro di lampadine alla frontiera di Ponte Chiasso l’indagine della Procura di Como sulla maxi frode fiscale che, secondo le accuse, ha permesso di nascondere 300 milioni di euro di imponibile e di evadere 85 milioni di euro.

Diciassette le ordinanze di custodia cautelare (di cui 8 in carcere) e 25 le perquisizioni.

Secondo gli investigatori l’associazione per delinquere internazionale era operativa anche in Svizzera, Spagna, Austria, Slovacchia e Malta e le transazioni riguardavano materiale elettrico e prodotti per l’elettronica, ma anche oggetti di cartoleria, casalinghi, pneumatici e materiale sanitario.

La Procura di Como ha individuato sette società “cartiere” con sede a Salerno, Qualiano (Napoli), Roma e Nocera Inferiore (Salerno), che sarebbero state utilizzate per realizzare le frodi fiscali. Numerosi i reati fiscali che sono stati accertarti, come l’emissione di fatture per operazioni inesistenti o l’acquisto di merce, alle volte di basso valore, da aziende di paesi Ue, con transazioni che consentivano di ridurre o neutralizzare le imposte.

In alcune casi, secondo le indagini, la destinazione finale erano società della grande distribuzione, con sede a Milano, Monza, Roma, Campagnola Cremasca, Ravenna e Scandicci, consapevoli del valore fittizio attribuito alla merce.

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