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Compromesso nella politica sul clima

La riduzione delle emissioni di CO2 è una priorità della politica climatica svizzera Keystone

Per ridurre le emissioni nocive, il governo elvetico intende applicare una tassa sul CO2 sui combustibili e introdurre il «centesimo per il clima» sui carburanti.

Soddisfazione contenuta e delusione si mischiano nelle reazioni contrastate di partiti, mondo economico e organizzazioni ambientaliste.

Per rispettare gli obiettivi del protocollo di Kyoto, il Consiglio federale ha optato mercoledì per un compromesso (le varianti consultate sono state quattro) che prevede dal 2006 una tassa sul CO2 di 9 centesimi al litro sull’olio da riscaldamento e l’introduzione del «centesimo per il clima» sui carburanti.

Se quest’ultima misura non dovesse dare i frutti sperati entro il 2007 – ha affermato il consigliere federale Moritz Leuenberger – si potrà estendere la tassa CO2 alla benzina. Il diesel dovrebbe però essere esentato.

Tassate le emissioni industriali e domestiche

Il ministro dell’ambiente ha ricordato che considerazioni di tipo finanziario hanno fatto sì che la proposta venisse limitata alle emissioni da parte di industrie ed economie domestiche, che rappresentano circa il 60% delle emissioni di sostanze nocive.

Stando al consigliere federale, l’introduzione del centesimo per il clima – proposta suggerita dagli ambienti petroliferi e automobilistici – permetterà di verificare se tale soluzione «interessante» si dimostrerà efficace.

«È anche un modo per responsabilizzare quegli ambienti che contrappongono questa soluzione alla tassa sul CO2», ha proseguito Leuenberger.

Il governo ha ricordato che i proventi della tassa sui combustibili saranno ridistribuiti tra popolazione e mondo economico. Un montante di 46 franchi sarà ad esempio versato in favore dei cittadini tramite una riduzione dei premi dell’assicurazione malattia.

Centesimo sul clima

Molte questioni sono tuttavia ancora aperte. Una di queste riguarda l’ammontare del cosiddetto centesimo sul clima.

«Durante la seduta – ha sottolineato il ministro – si è discusso di cifre oscillanti tra 1 e 1,6 centesimi al litro». Tuttavia sarà l’economia a decidere l’ammontare del prelievo.

Le entrate, stimate a 70 milioni di franchi all’anno, potranno servire a rinnovare edifici oppure ad incoraggiare l’uso di biocarburanti.

In vigore dal 2006?

Per quanto attiene alla tassa sui carburanti, Moritz Leuenberger ha dichiarato che essa colpirà soprattutto quelle imprese che non hanno fatto investimenti per ridurre le emissioni dannose.

Il consigliere federale si è detto convinto che il prelievo inciterà l’introduzione di nuove tecnologie sia per le imprese che per gli immobili (pompe di calore e riscaldamenti a legna), in grado di migliorare l’efficienza energetica.

Parlando di scadenze, Leuenberger ha spiegato che al Parlamento dovrebbero bastare due sessioni per decidere sull’ammontare della tassa da prelevare sui carburanti, dal momento che la legge sul CO2 già esiste.

Il nuovo prelievo fiscale potrebbe dunque scattare dall’inizio del 2006.

Partiti contenti a metà

Il compromesso governativo per ridurre le emissioni di CO2 trova i Verdi molto arrabbiati, mentre i maggiori partiti manifestano parziale soddisfazione e delusione.

Il portavoce dell’UDC Roman Jäggi si felicita del fatto che il governo si sia limitato a un centesimo climatico sui carburanti, sebbene il partito di destra nazionalista avrebbe preferito rinunciare del tutto a questa misura.

I socialisti si dicono contenti per la decisione di principio di una tassa sul CO2 per combustibili e carburanti. Deplorano tuttavia che il governo allunghi i tempi con il centesimo sul clima fino al 2007.

«La misura non rispetterà gli obiettivi e fra due anni bisognerà risolversi ad estenderla alla benzina», ha affermato il portavoce del partito Jean-Philippe Jeannerat.

I radicali non comprendono invece l’introduzione di una tassa sul CO2 per i combustibili. Secondo loro, invece di sfruttare per intero le misure volontarie come prevede la legge, il governo appesantisce prematuramente gli oneri sui cittadini.

I democristiani si felicitano del fatto che il Consiglio federale si allinea alla posizione del partito, che da un anno chiede l’applicazione delle misure decise oggi.

Il totale disapprovo dei Verdi

Furiosi invece i Verdi, che accusano il governo di «atteggiamento irresponsabile», considerando la decisione come «un inchino all’economia, mentre l’inquinamento rimarrà ai nostri nipoti».

Ancora una volta – denunciano gli ecologisti – le autorità federali chinano il capo quando si tratta di trasporti.

Delusi, per ragioni diverse, pure il WWF ed economiesuisse, la quale prevede che la tassa sui combustibili si tradurrà in ulteriori carichi per le piccole e medie imprese e si ripercuterà anche sugli alloggi.

swissinfo e agenzie

Da oltre un decennio, la Svizzera produce annualmente circa 40 milioni di tonnellate di CO2.
Il 60% delle emissioni provengono dalle industrie e dalle economie domestiche.
Il 40% dai mezzi di trasporto.

La Svizzera ha adottato nel 1999 la legge sul CO2 per rispettare gli impegni assunti firmando il Protocollo di Kyoto.

Il Protocollo, che prevede la diminuzione delle emissioni inquinanti di gas a effetto serra, è entrato in vigore il 16 febbraio 2005.

I Paesi firmatari si impegnano a ridurre entro il 2010 le emissioni di CO2 del 10% rispetto ai valori registrati nel 1990.

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