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Con il consenso contro i cartelli

Il presidente della Commissione della concorrenza, Roland von Büren Keystone

Il rapporto 2001 della Commissione della concorrenza elenca 13 inchieste e soluzioni concertate; in attesa della nuova legge contro la Svizzera a concorrenza limitata.

La Commissione della concorrenza ha concluso 13 inchieste nel 2001 rilevando tre casi di violazioni alle regole del libero mercato. Molti casi si risolvono sempre più spesso tramite intese amichevoli.

“La pratica della conciliazione ha assunto una grande importanza nel regolare le vertenze”, ha spiegato il presidente della Commissione, Roland von Büren, professore all’Università di Berna. Trovare con gli autori di restrizioni alla concorrenza, una soluzione consensuale per ristabilire le regole del gioco si sarebbe rivelato durante l’anno scorso un mezzo efficace e relativamente rapido.

Violazioni ma nessuna sanzione

L’anno passato si sono concluse in questo modo otto delle 21 inchieste preliminari e due delle 13 indagini portate a termine dalla Comco, ha sottolineato von Büren. Tra le indagini concluse, in quattro occasioni i sospetti non hanno trovato conferma, tre indagini sono sfociate con un adeguamento del comportamento degli operatori, mentre in altri tre casi sono stati constatati accordi o comportamenti illeciti.

La Comco non ha tuttavia inflitto alcuna sanzione. L’attuale legge prevede interventi punitivi soltanto in caso di recidiva, permettendo così a chi viola le leggi della concorrenza di farla franca almeno una volta.

Una situazione che dovrebbe cambiare con la revisione della legge sui cartelli, inviata lo scorso novembre al Parlamento. Scopo principale della riforma è di introdurre sanzioni dirette in caso di accordi sui prezzi, sui quantitativi e sulla ripartizione per zone tra concorrenti diretti e nel caso di abuso di posizione dominante.

Misure contro accordi verticali

La Commissione ha inoltre presentato la pratica che intende seguire per combattere gli accordi verticali, imposti da produttori o fornitori a distributori e venditori. Si tratta di uno strumento che riduce la libertà dei commercianti nel fissare i prezzi di determinati prodotti, facendo della Svizzera un mercato isolato particolarmente caro.

“Sarebbe opportuno che la futura legge prevedesse sanzioni dirette anche contro questo tipo di intese”, ha suggerito il vicepresidente della Comco Walter Stoffel, docente all’Uni di Friburgo.

Accordo Posta-UBS sotto la lente

Nel corso del 2001 la Commissione ha dato via libera a 33 casi di concentrazione, sottoponendone due ad esami approfonditi. La Comco intende studiare con attenzione anche il recente accordo tra Posta e UBS per la vendita di prodotti finanziari tramite la rete di uffici postali.

Allo stadio attuale, si tratta di sapere se e in che misura la Comco può esprimere un parere e se l’accordo necessita il suo beneplacito. L’atteggiamento di fondo dei tutori della concorrenza è però chiaro: “Nel settore bancario la Commissione non vedrebbe di buon occhio per esempio la ripresa delle banche cantonali da parte di una grossa banca. L’accordo tra Posta e UBS va considerato anche in quest’ottica”, ha precisato Stoffel.

Luca Hoderas

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