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Condannato l’ex viceconsole in Oman

L'ex viceconsole di Svizzera in Oman, Heinz Oskar Wieland, mentre esce dal Tribunale penale federale di Bellinzona Keystone

Il Tribunale penale federale ha condannato l'ex console onorario supplente di Svizzera in Oman a nove mesi di prigione con la condizionale.

Il 65enne turgoviese è stato riconosciuto colpevole di falsità in atti formati da pubblici ufficiali o funzionari e accettazione di doni.

Per il Tribunale penale federale, presieduto dal giudice Peter Popp, l’imputato ha rilasciato, fra il 1999 e il 2003, 134 visti illegali di ingresso in Svizzera a cittadini del Bangladesh. L’ex console onorario supplente era autorizzato a rilasciare visti solo per cittadini del sultanato, ma non per altri stranieri.

Secondo la Corte, questo traffico ha permesso al turgoviese di incassare circa 143’000 franchi, e non 223’600 franchi come sosteneva l’accusa. L’imputato inoltre ha accettato un viaggio del valore di 8000 franchi offerto da un commerciante d’oro del Bangladesh, ideatore del traffico di visti illegali, già condannato in Oman.

Pena alleggerita

Il Tribunale ritiene che questa vicenda abbia danneggiato la reputazione della Svizzera all’estero.

I giudici hanno però deciso di alleggerire la pena vista l’età avanzata dell’imputato, il suo precario stato di salute – l’uomo soffre di un cancro alla gola – e la collaborazione fornita agli inquirenti. Il procuratore della Confederazione Hansjörg Stadler aveva richiesto 18 mesi di detenzione, la difesa una pena non superiore agli otto mesi.

L’ex viceconsole è stato condannato anche a restituire allo Stato 50’000 franchi di guadagni illeciti e a pagare le spese processuali, che ammontano a 60’848 franchi. Il conto bancario dell’uomo, sul quale erano stati depositati 246’00 franchi e che era stato congelato, è stato sbloccato.

La vicenda dei visti illegali in Oman non è unica nel suo genere. Anche nelle rappresentanze diplomatiche svizzere in Perù, Russia, Nigeria e Serbia sarebbero avvenute simili irregolarità. Le inchieste su questi casi sono ancora in corso.

swissinfo e agenzie

Altri casi di corruzione relativi al rilascio di visti sono stati constatati anche in Perù, Russia, Nigeria e Serbia.

Alcuni collaboratori del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) sono attualmente accusati di corruzione.

Ogni anno, la Svizzera rilascia 500’000 visti. Sono circa 40’000 le richieste di visti rifiutate.

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