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Confermato l’ergastolo all’«angelo della morte»

Il cosiddetto "angelo della morte" (a destra) di fianco al procuratore pubblico Horst Schmitt Keystone

Mercoledì, la Corte criminale di Lucerna ha confermato la condanna alla perpetuità per l'infermiere soprannominato «angelo della morte».

Contrariamente al verdetto in prima istanza, i giudici hanno però riconosciuto l’imputato colpevole di omicidio solamente in 7 casi su 22.

L’ergastolo al 37enne accusato di aver assassinato o tentato di assassinare 27 anziani tra il 1995 e il 2001 in case di riposo della Svizzera centrale, è stato confermato mercoledì in appello dalla Corte criminale di Lucerna.

In primo grado, nel gennaio 2005, l’infermiere era stato riconosciuto colpevole di assassinio in 22 casi, mancato assassinio in 3 e tentato assassinio in 2. Per due morti era stato invece prosciolto dall’accusa rispettivamente di mancato assassinio e di mancato omicidio intenzionale.

Sebbene la pena sia stata oggi confermata, i giudici di Lucerna hanno ritenuto solamente 7 dei 22 casi di assassinio.

Eutanasia attiva

L’infermiere era stato arrestato il 28 giugno 2001 a Lucerna, dopo la scoperta di alcuni casi di eutanasia attiva in una casa per anziani.

L’uomo aveva agito in tre cantoni – Lucerna, Obvaldo e Svitto – uccidendo i suoi pazienti attraverso la somministrazione di dosi eccessive di tranquillanti o soffocandoli con sacchetti di plastica o lenzuoli.

Una sofferenza insopportabile

Nella perizia psichiatrica era stato giudicato pienamente in grado di intendere e di volere e dunque responsabile dei suoi atti.

Dopo l’arresto, l’accusato aveva sostenuto di aver ucciso soprattutto per compassione di fronte alla sofferenza dei pazienti, ma anche come reazione all’eccessivo carico di lavoro, suo e dei colleghi. Durante il processo in prima istanza aveva espresso rammarico, chiedendo perdono ai famigliari delle vittime.

Per l’accusa invece, l’imputato aveva agito per pietà solo verso sé stesso, in quanto non sopportava più la vista della sofferenza.

Condannato all’ergastolo, l’infermiere potrebbe forse beneficiare della liberazione condizionale dopo 15 anni, con un periodo di prova di 5.

swissinfo e agenzie

L’infermiere soprannominato “l’angelo della morte” è nato nella Svizzera centrale, ma ha trascorso parte della sua gioventù in Germania, dopo la separazione dei suoi genitori.

Dopo aver interrotto un apprendistato di tecnico elettronico presso la Deutsche Post, prova a seguire degli studi come professore di danza, senza successo.

Di ritorno in Svizzera nel 1990, lavora dapprima come assistente in una scuola di ballo.

Alla fine del 1992, inizia una formazione di aiuto infermiere in una casa di cura di Sarnen, nel canton Obvaldo.

La Corte criminale di Lucerna ha confermato mercoledì il verdetto del processo svoltosi il 21 gennaio 2005 a Emmenbrücke (Lucerna).
In prima istanza, la Corte aveva riconosciuto l’imputato colpevole di 22 assassini e lo aveva condannato alla reclusione perpetua.
L’accusato aveva ammesso dal canto suo di aver ucciso 27 persone.

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