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Coronavirus, l’economia svizzera inizia a tossire

touristes chinois devant le château de Chillon
Les touristes chinois, comme ici au château de Chillon, n'ont pas totalement disparus mais sont devenus plus rares. Keystone / Jean-christophe Bott

La diffusione del coronavirus ha conseguenze nefaste sull'economia svizzera. Ma non tutti sono colpiti allo stesso modo e alcuni settori soffrono più di altri. Una panoramica, non esaustiva.

È evidente che il coronavirus avrà degli effetti sulla salute dell’economia. Alcuni giorni fa, l’istituto di analisi congiunturale BAK ha indicato in un comunicatoCollegamento esterno che “le conseguenze economiche non si limiteranno a qualche piccolo effetto, come si sperava all’inizio”. L’istituto ha calcolato che la crescita del Prodotto interno lordo (Pil) dovrebbe rallentare considerevolmente nel primo semestre. Le previsioni di crescita per il 2020 sono state riviste al ribasso, dall’1,5% all’1,3%.

I ricercatori del BAK non sono gli unici a essere pessimisti. Il Credit Suisse si attende “un impatto significativo”. La seconda banca del paese ha anch’essa rivisto le sue previsioni sulla crescita del Pil, dall’1,4% all’1%.

Al di là di queste cifre un po’ astratte, si osserva effettivamente un certo nervosismo tra gli ambienti economici. E per molti settori, la riduzione dell’attività legata alla situazione sanitaria ha già sin d’ora conseguenze molto concrete.


Vietate le grandi manifestazioni

In Svizzera, la misura che ha colpito maggiormente la popolazione è il divieto nazionale di organizzare manifestazioni che riuniscono più di mille persone contemporaneamente. Le autorità cantonali e comunali hanno la possibilità di vietare anche gli eventi più piccoli.

La vittima più emblematica di queste misure è il Salone internazionale dell’auto di Ginevra, sebbene molte altre manifestazioni siano state annullate. Tra queste ci sono il Carnevale di Basilea, il più grande in Svizzera, e la Maratona engadinese di sci di fondo.

Il divieto di grandi raduni colpisce duramente anche i mondi della cultura e dello sport. Le principali federazioni sportive svizzere (calcio, hockey su ghiaccio e pallacanestro) hanno sospeso tutti gli incontri almeno fino al 15 marzo. Questa situazione potrebbe avere pesanti conseguenze per numerosi club e società che dispongono di un budget ristretto.

Il Festival internazionale del film di Friburgo ha rinunciato alla sua prossima edizione, mentre alcuni concerti – tra cui quello di Antonello Venditti a Locarno – sono stati posticipati a data da stabilirsi.

“La situazione è molto grave. Abbiamo numerose aziende il cui fatturato si è ridotto tra il 60 e l’80%” Casimir Platzer, Gastrosuisse

Meno turisti

Fino a qualche mese fa, i media dedicavano ancora dei reportage sul malcontento della popolazione di fronte al turismo di massa cinese. Le cose sono radicalmente cambiate in questo inizio di 2020, che ha visto una drastica riduzione dei turisti, non solo quelli provenienti dalla Cina.

Alberghi e ristoranti stanno soffrendo. “La situazione è molto grave. Abbiamo numerose aziende il cui fatturato si è ridotto tra il 60 e l’80%”, ha affermato alla televisione svizzera di lingua francese RTS Casimir Platzer, presidente di Gastrosuisse.

I settori alberghiero e della ristorazione non sono gli unici a subire gli effetti del calo del turismo. Anche alcune ditte di trasporti ne stanno pagando le conseguenze.

Esportazioni

Il rallentamento economico mondiale dovuto al coronavirus tocca in modo particolare quei settori tradizionalmente volti all’esportazione.

Secondo uno studio della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (CNUCED), l’industria chimica dovrebbe essere il settore economico più colpito in Svizzera. Su un totale di poco più di un miliardo di dollari di mancato guadagno, ciò che fa della Svizzera il decimo attore economico più colpito, l’industria chimica dovrebbe perdere 283 milioni.

Altri settori faro dell’industria elvetica dovrebbero soffrire a causa del virus. Tra questi ci sono l’industria agroalimentare e quella delle macchine. C’è però un settore che sembra particolarmente minacciato: l’orologeria.

Da diversi anni, la Cina è il principale cliente degli orologieri svizzeri. Gli eventi nell’Impero di mezzo hanno quindi logicamente un impatto diretto sui produttori dell’arco giurassiano. La politica anticorruzione di Pechino – che vieta i regali quali gli orologi – e i disordini a Hong Kong avevano già avuto degli impatti negativi. La crisi sanitaria dovuta al coronavirus costituisce ora un’ulteriore nuvola nera in un cielo già di per sé scuro.

Attenzione al franco

Un ultimo elemento che potrebbe pesare sull’economia svizzera nel contesto di questa crisi sanitaria è l’apprezzamento del franco.

La moneta svizzera ha tradizionalmente una funzione di valore rifugio. Se la situazione dovesse rimanere tesa in Europa, il franco potrebbe rafforzarsi nei confronti dell’euro, ciò che costituirebbe una palla al piede supplementare per l’industria d’esportazione elvetica.

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Traduzione dal francese: Luigi Jorio

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