Prospettive svizzere in 10 lingue

Conto bancario, ma quanto mi costi!

Il servizio nelle banche elvetico è ottimo, ma la qualità ha il suo prezzo Keystone

Con una media superiore ai 200 franchi annui, le spese di amministrazione dei conti bancari elvetici, a carico del risparmiatore, sono tra le più elevate al mondo.

È quanto risulta da uno studio comparativo internazionale, secondo il quale sarebbero soprattutto le grandi banche ad applicare i prezzi maggiori.

Chi sceglie la banca giusta potrebbe risparmiare non poco. Ma per un risparmio ancora più cospicuo, bisognerebbe poter scegliere il paese giusto. E questo non sembra certo essere la Svizzera, se si considerano i risultati di un’analisi internazionale delle spese legate ai prodotti e ai servizi bancari di base (gestione del conto, carte di credito, girate,…).

Secondo il «World retail banking report 2005» risulta infatti che la clientela al dettaglio (retail banking) dell’insieme delle banche elvetiche è sottoposta ai costi più elevati.

Aprire un conto? Sì, ma in Olanda

Lo studio pubblicato da Capgemini – una società francese di consulenza – dalla banca olandese ING e dall’Associazione europea della gestione finanziaria e del marketing, evidenzia che nei 19 paesi considerati il consumatore paga mediamente 120 franchi all’anno per i servizi di base legati al proprio conto bancario.

In cima alla lista come detto la Svizzera, dove il risparmiatore è chiamato a pagare in media 212 franchi. Ovvero cinque volte di più che in Olanda, un paese che si distingue per i costi particolarmente bassi.

«I fattori di produzione in Svizzera, come ad esempio i costi del personale, sono in paragone internazionale più elevati in quasi tutti i settori. Una tendenza che si riflette anche nei prezzi dei servizi finanziari», afferma Pius Schaerli, portavoce del gruppo Raiffeisen, che privilegia le piccole banche di prossimità.

A conferma delle parole di Schaerli, uno studio della società di consulenza e-fundresearch.com apparso sulla «Neue Zürcher Zeitung» evidenzia che le banche elvetiche sono tra le più care anche per quel che concerne la gestione dei fondi di investimento.

La qualità ha un prezzo

Banche svizzere quindi troppo care? Forse, ma come ci fa notare il portavoce dell’Associazione svizzera dei banchieri (Asb), i costi elevati sono giustificati.

«Non dobbiamo dimenticare che il servizio offerto è di qualità. E quando parlo di qualità intendo anche l’elevato numero di istituti di credito presenti sul territorio», osserva Thomas Sutter.

Secondo lui, il rapporto di Capgemini non mette abbastanza in rilievo l’aspetto qualitativo dell’assistenza fornita e prende in considerazione soltanto un numero limitato di prodotti, il cui raffronto internazionale non è possibile.

Contattato da swissinfo, il vicedirettore del quotidiano economico italiano «Il Sole 24 ore» ribadisce che la qualità ha un prezzo: «Il sistema bancario elvetico fa anche pagare al cliente il vantaggio di una piazza finanziaria efficiente e ben gestita», afferma Gianfranco Fabi.

Poca trasparenza disorienta i clienti

Nonostante la qualità della piazza finanziaria elvetica sia riconosciuta, sempre più lamentele giungono sul tavolo di Nadia Thiongane, economista presso la Federazione romanda dei consumatori (Frc).

«Numerose persone giudicano le spese della propria banca eccessive, senza sapere esattamente da dove derivino», osserva Thiongane.

Secondo la collaboratrice della Frc però, non è soltanto la mancanza di trasparenza a disorientare il risparmiatore, ma anche l’aumento delle prestazioni a pagamento.

«Per limitare i costi, le banche avevano in passato incitato la gente ad eseguire le operazioni tramite internet e distributori automatici. Oggi, queste operazioni effettuate dal cliente stesso continuano tuttavia ad essere fatturate dalla banca».

Spese più elevate nelle grandi banche

Le spese sulle spalle dei risparmiatori elvetici non sarebbero tuttavia così elevate se non fosse per l’effetto delle grandi banche.

UBS e Credit Suisse risultano infatti più care dei concorrenti più piccoli (tra cui Raiffeisen e Postfinance) considerati dal rapporto . La rivista per i consumatori «Tout Compte Fait» ha calcolato a 160-200 franchi le spese annuali per un cliente medio di una grande banca, contro i 30-40 degli istituti più piccoli.

«Le spese sono più elevate presso le grandi banche perché devono coprire i costi del retail banking, un settore per loro poco redditizio», spiega a swissinfo Remo Weibel, direttore della società di consulenza AWD.

I piccoli non interessano alle grandi

Queste dunque le regole del gioco. E chi le contesta è libero di depositare il proprio patrimonio in un’altra cassaforte. UBS e Credit Suisse non lo tratterranno.

«I clienti al dettaglio non sono finanziariamente interessanti e dunque sono poco ricercati dalle grandi banche», fa notare Weibel.

In altre parole, la piccola clientela (ovvero, per inteso, una vasta fetta della popolazione) interessa poco alle grandi banche perché le entrate generate dalla gestione dei loro conti bastano appena a coprirne i costi.

Preferiscono invece praticare una politica dei prezzi differenziata, in funzione della relazione globale che intrattengono con i clienti: più usufruiscono dei servizi e dei prodotti offerti e più il prezzo diventa attrattivo.

«Il nostro consiglio è innanzitutto di valutare quali siano i servizi bancari di cui effettivamente si necessita e poi di scegliere la banca più a buon mercato», conclude Nadia Thiongane.

swissinfo, Luigi Jorio

In Svizzera, le banche rinunciano alle spese di gestione di un conto soltanto se il capitale depositato supera una certa soglia.

Per l’UBS il limite è fissato a 10’000 franchi, a 15’000 per il Credit Suisse.

Gli istituti cantonali e le banche minori si dimostrano in questo senso meno “avidi”: 7’500 franchi per PostFinance e 1’000 franchi per la Banca Raiffeisen.

Il cliente di una banca in Svizzera paga in media 212 franchi all’anno per le spese correnti legate al suo conto.
175 franchi in Italia.
144 negli Stati Uniti.
138 in Francia.
Tra i paesi meno cari figurano la Svezia (76), la Cina (45) e l’Olanda (39).

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR